Fucking Amal – Svezia, 1999 – Diretto da Lukas Moodysson
“Voglio essere felice adesso, non tra venticinque anni”. Questa è forse l’ affermazione più intensa dell’ universo della sedicenne Agnes protagonista del film. All’ inizio la incontriamo davanti ad un computer, scrive una lista dei desideri tra tutti il desiderio di essere amata. L’ oggetto dei desideri è Elin quattordicenne che sogna di partecipare ad un rave ma si ritrova ad ingozzarsi di pillole per la digestione assieme alla sorella. Le due ragazze parlano con linguaggio della loro età. Il regista si(ci) concede solo Morrissey alle pareti della stanza della protagonista ed il vegetarianesimo. La vita scorre fra le mura della scuola e le camere di casa. Poi fuori, tra le strade ed i giardini ordinati di una provincia svedese dietro un filtro color seppia che sembra volere ricordare Lars von Trier. Per il resto tra una festa ed un’altra, programmi tivù con lotterie senza neppure avere il biglietto, oppure sfogare la propria rabbia sugli oggetti o all’ estremo su se stessi in maniera fredda, razionale. Nel film ci sono fughe tentate (la loro Stoccolma è la Londra degli Smiths o l’ Amsterdam di Tondelli), ritorni a casa alla (a)normalità con il ragazzo gentile, la moto, il cellulare, invariabilmente molto preoccupato delle sue virtù sessuali. Il finale è obbligatoriamente felice. Rimangono gli altri, la sorella di Elin, l’ amica disabile, i genitori così irrepresenbili da spiare il computer della figlia senza accorgersi del tentato suicidio.
“Ed allora mi scrisse. Diceva, nel momento in cui sei povero e senza speranze, ti assomiglio. Così se hai cinque secondi da darmi, ti dirò la storia della mia vita. Sedicenne, goffo e timido, è la storia della mia vita, sono andato a Londra e..”
Half a person The Smiths
“Innsbruck forte forte poi a Ulm, poi via Stuttgart e Karlsruhe e Mannheim, una collina dietro l’altra da un su e giù all’altro, vola macchina mia vola, ormai Frankfurt, Koln, Arnhem, furi Utrecht, ci siamo ci siamo ostia se ci siamo senti il mare? Amsterdam Amsterdam! Son partito chi mi fermerà più?”
“Autobahn” tratto da Altri Libertini di Pier Vittorio Tondelli.