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Recensione : Germ – Escape

Il post metal/shoegaze, intriso di una robusta componente depressive black, offerto da Germ è decisamente ben eseguito, intenso e dal notevole gusto melodico

Frutto del lavoro solitario del musicista australiano Tim Yatras, Germ è un interessante progetto giunto al suo terzo full-length in quattro anni.

Il post metal/shoegaze, intriso di una robusta componente depressive black, offerto con questo Escape è decisamente ben eseguito, intenso e dal notevole gusto melodico, risultando così appetibile per chi apprezza i primi Alcest e, tanto per restare sul continente oceanico, un’altra grande one man band come gli Woods Of Desolation, ai quali il nostro ha prestato la propria arte in occasione dell’album Torn Beyond Reason.
Dopo l’intro, come da prammatica, la title track si rivela un ottimo esempio di depressive contraddistinto da una melodia dolente sporcata da uno screaming straziante, mentre la successiva I’ll Give Myself to the Wind aumenta leggermente i ritmi aprendosi verso armonie più ariose, prima che la alcestiana Under Crimson Skies confermi la buona predisposizione di Tim a creare brani solidi e coinvolgenti dal punto di vista emotivo.
The Old Dead Tree, dai rimarchevoli picchi malinconici, e la magnifica With the Death of a Blossoming Flower racchiudono invece le diverse anime che vanno a comporre il mosaico musicale di Germ, prima che la levità shoegaze di Closer metta la parola fine ad un lavoro di notevole spessore.
Ma, del resto, quando ci si imbatte in dischi targati Prophecy, indipendentemente dal genere proposto o dalla provenienza geografica degli artisti coinvolti, resta solo da chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da una delle tante espressioni di un roster dal livello qualitativo unico.

Tracklist:
1. I
2. Escape
3. I’ll Give Myself to the Wind
4. Under Crimson Skies
5. V
6. The Old Dead Tree
7. With the Death of a Blossoming Flower
8. Closer

Line-up:
Germ – All Instruments, Vocals

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