Quando mi è stata linkata la pagina di questo album, e mi è stata affidata la recensione non sapevo esattamente cosa aspettarmi trattandosi di una opera prima.
GiaGGio? E chi lo conosce?
“Ban from all areas” inoltre poteva essere un titolo – come spesso accade – che voleva dire tutto e niente, forse messo lì per scena o per caso. Poi ho iniziato ad ascoltare la prima traccia cambiando totalmente atteggiamento verso quanto avevo per le mani. “Ban from all areas”, ovvero “Bandito da tutte le aree”, sembra racchiudere in se tutte le sfumature della solitudine, assenza, allontanamento (ammiccando anche ad un pizzico di autocompiacimento) e della conseguente rabbia di non far parte di quel sistema che ci ha esclusi.
La prima traccia, “Anticapitalista”, è una composizione dolce amara che getta lo sguardo sul mondo frenetico e selvaggio di oggi, nel quale tutti sono numeri, investimenti o zeri, ed un percorso di consapevolezza nel ritrovarsi in contrapposizione a tutto ciò, o ancora più naturalmente sentirne di non farne parte, di avere altre leggi morali dentro di se e numero di battute sopra di se. Ci ritroveremo di conseguenza ad indossare un “Wrong dresscode” (Divisa sbagliata), insonni e quindi senza sogni (“Man without sleep”), senza nemmeno la Luna a darci conforto o rifugio (“To the Moon and back”).
Le progressioni di ritmo ed intensità che si susseguono tra i vari pezzi aumentano un sottile disagio o fastidio interiore, dandoci forse la sensazione di essere senza meta, senza casa ed in un bisogno quasi compulsivo di dover dire la nostra, di trasudare personalità dai pori e sublimare in una essenza di giustizia e di opposizione.
Il beat è davvero notevole e si intesse con la narrazione che procede in un crescendo di temi e di complessità non senza rimandi a stili passati. “Into the mask” è un pezzo che potrebbe benissimo arrivare dagli anni ’90 senza tuttavia annoiare, scatenando il giusto loop di ossessione e battute per portarci avanti nella storia narrata dall’album: la maschera per ingannare o per ingannarsi?
Quanto siamo di fronte ad un compromesso invece che ad un arma? Le forme ed i colori della caverna immaginaria di ispirazione platonica che il pezzo potrebbe suggerirci, si fanno sempre più intricate fino alla sua fine, all’uscita col pezzo finale e conclusivo “Get out here”: un pezzo al pianoforte in low-fi e piuttosto minimal che dovrebbe darci sollievo, ma al contempo farci capire che in tutto il percorso fatto abbiamo acquisito libertà, ma anche perso pezzi di noi e mai riusciremo ad essere ciò che siamo stati prima.
L’opera è davvero ben congegnata, anche se sembra perdere leggermente lucidità e creatività nelle ultime due tracce, ed i semi del talento si possono intravedere ed intuire.
C’è senz’altro molto margine di crescita, ma non mi stupirei se nel giro di qualche anno GiaGGio diventasse un nome sempre più conosciuto e presente nella musica elettronica nostrana, perchè i numeri ci sono e sono piuttosto evidenti, assieme ad una scena musicale nazionale che ha un disperato bisogno di veri talenti, tanta creatività e coraggio.
ETICHETTA: Freecom
TRACKLIST
01 GiaGGio – Ban From All Areas – Anticapitalista
02 GiaGGio – Ban From All Areas – Wrong dresscode
03 GiaGGio – Ban From All Areas – Man without sleep
04 GiaGGio – Ban From All Areas – To The Moon And Back
05 GiaGGio – Ban From All Areas – Party is over
06 GiaGGio – Ban From All Areas – BFAL
07 GiaGGio – Ban From All Areas – Put your hearts up!
08 GiaGGio – Ban From All Areas – Into the mask
09 GiaGGio – Ban From All Areas – get out of here