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Recensione : Giardini Di Mirò – Good Luck

I Giardini Di Mirò non hanno perso smalto, un disco da ascoltare.

I Giardini Di Mirò (Jukka Reverberi, Corrado Nuccini, Luca Di Mira, Emanuele Reverberi, Mirko Venturelli, Andrea Mancin – al posto di Francesco Donadello), band cardine nella scena musicale italiana degli anni ’00, ritornano a tre anni di distanza da “Il Fuoco”, sonorizzazione dell’omonima pellicola del 1915, e a quasi cinque anni dal clamoroso “Dividing Opinions”.

Il nuovo lavoro, Good Luck, riprendendo il discorso iniziato nel 2007, propone otto nuovi capitoli sonori caratterizzati da atmosfere post rock, piglio alternative rock e interessanti collaborazioni.

La malinconica e sommessa Memories ci introduce al disco proponendo melodie pensierose giocate su chitarra, violino e voce, mentre Spurious Love (Angela Baraldi come seconda voce e Stefano Pilia alla chitarra), in contrapposizione, esplode fragorosa e vivace, generando un complessivo senso di solarità (nonostante lievi venature di malinconia siano sempre pronte a trafiggere).
Ride, dal ritmo vivace e fresco (chitarre a illuminare la via e melodie liquide a dipingere freschi paesaggi), prosegue mettendo da parte il tono esistenziale della voce, lasciando spazio a vigorosi crescendo e aprendo alla ben più intima, riservata e notturna There Is A Place (Sara Lov alla voce).
Good Luck, in quinta posizione, scorrendo calda e luminosa, costruisce intensi crescendo, galoppando su ritmiche fresche, chitarre vivaci e trombe poetiche (nei momenti più pacati), mentre Rome (Angela Baraldi di nuovo alla voce), sprofonda nel profondo dell’oscurità, lasciandoci in balia degli abissi oceanici, tra nere penombre e tempeste improvvise.
Flat Heart Society, infine, anticipata dal sapore new wave della lineare e scorrevole Time On Time (chitarre essenziali e finale alla deriva), conclude con i suoi quasi sette minuti di durata, accomiatandosi su sonorità meste e preoccupate (come camminare in una foresta di chitarre taglienti e ritmiche di piombo).

Good Luck conferma l’ottimo stato di salute della band. Le canzoni, ondeggianti tra malinconia e solarità, scorrono rapide e precise, emozionando e coinvolgendo l’ascoltatore. La struttura dei pezzi, come nel precedente “Dividing Opinions”, prende le mosse da radici post rock per crescere su modalità più alternative rock, generando un incrocio che riesce ad unire in maniera efficace immediatezza d’ascolto e intellettualismo musicale. I Giardini Di Mirò non hanno perso smalto, un disco da ascoltare.

Tracklist:
01. Memories
02. Spurious Love
03. Ride
04. There Is A Place
05. Good Luck
06. Rome
07. Time On Time
08. Flat Heart Society

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