La cosa che più colpisce all’ascolto di Most Normal è la visione musicale, gigantesca, che proietta di diritto la Gilla Band (ex Girl Band) nel gotha dei rumoristi. Una visione che si esprime attraverso clangori post-industriali e stridori, improvvise folate di rumore, ferocia hardcore e ganci ben assestati di ritmi ballabili e melodie (la genealogia è no wave), testi apparentemente senza senso e una voce sempre in bilico tra flussi di spoken word e repentini scatti d’ira; questa commistione, questo incredibile paesaggio rumorista magistralmente registrato e messo su nastro, è geniale e non ha pari. Come non ha pari la somma di mazzate che prendi dall’inizio alla fine dei trentasei minuti e trentasei secondi, mentre inciampi su ritmi folli, preso di lato dagli assalti del rumore bianco che colpisce e se ne va, colpisce e se ne va, lasciandoti stordito e un po’ scioccato. «Cosa diavolo è questa roba?», ti chiedi, e la sensazione che si va formando pian piano, dopo aver ripetuto più e più volte l’esperienza, è quella di aver ascoltato un gran disco pop: guasto, ebbro, assordante quanto volete, ma pur sempre pop e della specie migliore. Un disco con il quale si dovranno confrontare in tanti, tra band affini e fan sanguisughe assetate di rumore. Spiace solo che non potranno ascoltarlo quei maschietti che hanno indurito il membro e giurato di boicottare la band quando questa, dopo aver incamerato critiche a destra e manca, ha deciso di cambiare ragione sociale mettendo fine a un’inappropriata auto-attribuzione di genere. Ma come si dice: «non ti curar di loro, ché il disco spacca».
Gilla Band – Most Normal [Rough Trade]
1. The Gum
2. Eight Fivers
3. Backwash
4. Gushie
5. Bin Liner Fashion
6. Capgras
7. The Weirds
8. I Was Away
9. Almost Soon
10. Red Polo Neck
11. Pratfall
12. Post Ryan