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Recensione : Godlfesh A world lit only by dub

Ristampa per il decimo anniversario di “ A world lit only by fire” che qui diventa “ A world lit only by dub” per rendere chiarissimo a cosa andiamo incontro.

Ristampa per il decimo anniversario di “ A world lit only by fire” che qui diventa “ A world lit only by dub” per rendere chiarissimo a cosa andiamo incontro. L’album originale era uscito nel 2014 per l’etichetta di Justin K. Broadrick, la Avalanache Recods e segnava il ritorno del gruppo dopo un silenzio discografico durato tredici anni, da “Hymns”. Il disco fu registrato nella casa in Galles di Broadrick e si distingueva per un uso diffuso della batteria elettronica e di chitarre e bassi pesantemente distorti. Insieme a B.C. Green, Justin riportava i Godlfesh alla loro natura originaria, ovvero quella più primitiva ed industriale al contempo.

E la missione riuscì totalmente, tanto che questo disco è considerato l’effettivo ritorno dei Godflesh sulla pista dell’elettronica distorta e distopica. A dieci anni di distanza arriva questo “ A world lit only by dub” che è ancora più corrosivo e stordente. Il disco esce sempre la Avalanche Records e sono cinque pezzi presi dal disco originale e rimaneggiati estremamente e totalmente da Broadrick nel corso degli anni, anche a distanza di vari anni uno dall’altro.

Il dub viene qui usato nel suo significato originale, ovvero quello di mezzo che trasforma, che parte dalla natura della canzone prende la sua melodia essenziale e la riporta in un’altra forma, in una maniera assai differente da quella che potrebbe fare un remix. La natura più profonda dei Godlfesh vive qui la sua più profonda e profana esistenza, in questi rantolii elettronici, in questi respiri di automi del 2345, cervelli umani simbiotici con macchine che elaborano la percentuale di aria rimasta in un pianeta esausto, mentre altri simbionti vivono su Marte da tempo.

Echi, grida, chiusure di portelloni stagni, visioni di un tempo che sarà, pause e ripartenze, quell’ossessione che Broadirck ha infuso nella sua musica e nella sua arte fin dalla prima nota che ha fatto, e ancora di più con i Godlfesh, la carne di Dio, la bruciatura inferta dall’uomo alla sua carne mortale.

Chi ama i Godflesh qui torverà tantissimo, cinque lunghi cammini costellati di quello che solo Justin e i suoi complici sanno fare, e qui in dub è ancora più scarnificata, essenziale e tremenda, qualcosa che arriva direttamente al cervello per poi ritrasmettersi alle membra e continuare questo circolo fino all’esaurimento nervoso.

Nelle tracce ci sono poi anche arricchimenti notevoli rispetto all’originale, poiché Justin si evolve sempre, disco dopo disco nelle sue differenti emanazioni musicali. Dopo dieci anni un disco estremamente Godflesh, valorizzato tantissimo da questa nuova forma in dub.

Godlfesh

Godflesh – Purge

Tracklist

1. Cursed By You All 09:07
2. Dead Ending 10:10
3. Life Given Life Taken 09:23
4. Our Fathers In Heaven 09:11
5. Towers 08:44

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