Qual è l’inferno verso il quale stiamo andando?
Sicuramente è quello fatto di un lavoro castrante, di situazioni, visi, discorsi che si ripetono all’infinito. Come ebbe a dire il Vasco nazionale “ci vuol qualcosa per tenersi a galla sopra questa merda”, che sia una gita in montagna o al mare, o stare a casa poltrendo, ma meglio se nella gradinata di uno stadio o suonando rock’n’roll: evadere dal nostro inferno quotidiano, in quei giorni in cui il cielo è sempre grigio e pesa come il piombo, da una monotonia che prende alla gola e soffoca ogni velleità, è vitale, necessario.
Ne sanno qualcosa i miei praticamente coetanei Going to Hell con il loro nuovissimo Killer Technology a rispondere fiero, una miscela di hard-punk ad alta gradazione che non dimentica quanto l’Australia sia stata una stella polare per la nostra generazione e Fight ne è esempio, o il punk rock, e perché no l’hardcore italico di Grida il tuo nome.
Il resto è rabbia in musica, come lo squillante giro di chitarra di Paranoia, il groove devastante di Myself e la bordata direttamente in your face di Reazione. I testi parlano di frustrazione ma anche di speranza, di come venir fuori dalle situazioni intricate che ci propone questo mondo spesso vile e infame. Mi auguro che l’energia di band come i Going to Hell continui ad arrivarmi dritta allo stomaco perché, fuor di retorica, il rock’n’roll la vita la salva davvero.