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Recensione : Graven Dusk – Graven Dusk

Ben più efficace di molti colleghi più accreditati, Evil Lair con "Graven Dusk" chiarisce una volta per tutte che linearità e semplicità sono un pregio e non un limite, tanto più in un genere nel quale la pretenziosità si rivela nient’altro che l'anticamera della noia.

La oneman band canadese Graven Dusk, con questo primo lavoro autointitolato,  propone un black-depressive dalle venature doom e dalla ampie aperture ambient ricco di momenti pregevoli e, soprattutto, di grande equilibrio.

La bontà dell’operato di Evil Lair, il musicista del Quebec titolare del progetto, è in gran parte dovuta al gusto melodico che, ben distribuito lungo tutto l’album, si rivela il grimaldello fondamentale per penetrare all’interno delle difese di chi ascolta, immergendolo in quelle atmosfere cupe che la produzione caratterizzante questo tipo di uscite contribuisce ad accentuare.
Infatti, nonostante il consueto scream-growl che sembra provenire da chissà quale recondito anfratto, il disco propone con buona continuità atmosfere davvero pregevoli e costantemente oscillanti tra malinconia e disperazione.
Ben più efficace di molti colleghi più accreditati, Evil Lair con Graven Dusk chiarisce una volta per tutte che linearità e semplicità sono un pregio e non un limite, tanto più in un genere nel quale la pretenziosità si rivela nient’altro che l’anticamera della noia.
Bellissimo lavoro, magari non proprio consigliato a chi vuole ascoltar qualcosa di spensierato, ma sicuramente adatto, invece, a chi possiede un animo più contemplativo e non disdegna di crogiolarsi di tanto in tanto in atmosfere malinconiche.

Tracklist:
1. In a Dismal Mist
2. Shrouded in Darkness
3. Upon Funerary Winds
4. Thy Somber Dirge
5. Solitude
6. Veils of Remembrance

Line-up:
Evil Lair – All Instruments, Vocals

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