iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Greedy Mistress

Greedy Mistress: Mi trovo ad intervistare per i lettori di IYE i Greedy Mistress, autori di "A Compulsive Need Of You" (Da noi recensito)...

Mi trovo ad intervistare per i lettori di IYE i Greedy Mistress, autori di “A Compulsive Need Of You” (Da noi recensito) e portavoce di un punk adrenalinico come non se ne vedeva da anni.
Ma lasciamo la parola a Carlo, mastermind del progetto!

iyeSono molto contento di potervi intervistare; per cominciare presentate la band e i suoi componenti ai lettori.

E’ un piacere mio. Siamo i Greedy Mistress da Milano. Siamo attivi dal 2006 e quella di adesso è la nostra seconda formazione. Io sono Carlo, batterista e unico membro fondatore rimasto (l’altra metà è rappresentata dal nostro ex cantante) ed insieme a Stefanino, chitarrista, siamo ciò che rimane della prima formazione. Al basso ora c’è Dadi mentre alla voce c’è Mollu entrati rispettivamente nel 2008 e nel 2009, entrambi prima delle registrazioni del nostro ultimo disco.

iyeCosa direste per convincere un potenziale ascoltatore a comprare o magari anche solo ad ascoltare “A compulsive need of you”?

Piuttosto che usare una delle tante frasi precofezionate per invogliare il lettore ad ascoltare il disco, consiglierei, piuttosto, di venire a vederci dal vivo, oppure di dare un occhio a qualche video live presente su Youtube per valutare se quello che facciamo gli trasmette qualcosa. Se il tipo di musica non vi piace, quasi sicuramente andrete comunque a casa con un sorriso. Se la musica vi è piaciuta, venite al nostro banchetto e chiedeteci una copia del disco.
Se prima di darci una qualsiasi possibilità volete sapere che musica facciamo, vi risponderemo con “sexploitation rock”, un termine del tutto fittizio che indica il nostro stile musicale a cavallo tra il punkrock, l’hardcore, l’hard rock e l’heavy metal e le tematiche tipiche dei film di serie b.

Greedy Mistrtess Intevista

iyeE se metti caso voleste convincere un parente con la puzza sotto il naso o un indie radical chic col cardigan?

I radical chic preferirei lasciarli dove sono, i “parenti con la puzza sotto il naso” personalmente li amo, quindi spero ascoltino il disco e vengano pure ai nostri concerti perché li trovo più interessanti di un qualsiasi ascoltatore medio di punkrock.

iyeSono rimasto molto colpito da “A compulsive need of you”, in particolare dall’energia fottutamente verace sprigionata dai brani. Li avete scritti in maniera “compulsiva” o li avete studiati parecchio prima di sigillarli su disco?

Ho letto la tua recensione e mi fa piacere che tu abbia apprezzato il disco per l’impatto sonoro. Secondo me non è sempre così facile catturarlo in una registrazione, mentre può essere molto più facile durante un’esibizione dal vivo perché hai la reazione del pubblico che influisce sul tuo modo di suonare.
Per rispondere alla tua domanda, sì, la stesura base dei vari pezzi è fatta in una maniera compulsiva. Io (e anche gli altri del gruppo) sono sempre stato dell’idea che un buon pezzo debba venir fuori in 5-10 minuti, altrimenti non si tratta di una vera ispirazione ma soltanto di una macchinosa ricerca di portarsi a casa un pezzo a tutti i costi. Nonostante questo, ci piace molto lavorare alla parte degli arrangiamenti e soprattutto non lasciare nulla al caso dal punto di vista produttivo durante le registrazioni. A questo aggiungi che gran parte dei brani che compongono il disco sono stati scritti prima dell’arrivo di Mollu e quindi, inevitabilmente, abbiamo dovuto riadattare qualche parte per fondere meglio musica e cantato.

iyeMa nei vostri testi c’è solo il puro cazzeggio oppure c’è anche la famosa “critica alla società moderna” che i giornalisti riescono a trovare anche nell’album di natale di Rob Halford?

In realtà la critica a cui accenni ironicamente nella domanda è realmente presente nei nostri testi, anzi più che una critica c’è un’analisi senza alcuna presa di posizione. Solo che questa analisi è fatta a modo nostro, facendo uso di storie immaginarie basate su fatti quasi sempre reali ed utilizzando un metodo di narrazione più vicino a quello dei film di serie b che per anni si sono diffusi nel nostro cinema, rispetto a quello di gruppi più espressamente politicizzati. E’ quindi ovvio (e anzi è spesso voluto) che più volte emerga una vena anche se certe volte è purtroppo fraintesa. Ma chi se ne fotte…
Poi certe volte sono comunque presenti nel disco o anche nelle uscite precedenti alcuni testi più diretti che lasciano ben poco spazio all’interpretazione, ma il più delle volte il tutto si nasconde dietro ambiguità e simboli.
Anche se facciamo di tutto per apparire semplici e diretti (o volgari e offensivi a seconda delle reazioni), in realtà dietro c’è sempre qualcosa di più.

iyeSecondo Freud l’essere umano ha solo il sesso nella testa. Come mai voi avete la testa nel sesso? E’ solo un modo per essere un-polite e fare schifo ai “comuni mortali” oppure c’è altro?

Freud è stato l’esempio vivente di quanto l’abuso di cocaina possa fare male non solo al fisico, ma anche alla mente di un individuo…
A parte questa digressione, la scelta di trattare spesso e volentieri del sesso nei nostri testi è una scelta ben precisa che ha lo scopo di rappresentare a livello simbolico alcuni aspetti della società. Del resto il sesso è origine di molte delle ansie, delle paure e delle perversioni dell’animo umano e quindi è un potente mezzo per poter parlare della società stessa facendo uso di simboli e similitudini. Inoltre una delle più grandi influenze del gruppo è rappresentata dal cinema sexploitation, da Russ Meyer a Joe D’Amato, da Tinto Brass a Luigi Batzella.
Tramite questi espedienti narrativi abbiamo la possibilità di parlare di qualcosa di un po’ più profondo senza tralasciare un approccio un po’ più “leggero”, così chi non ha voglia di capire i nostri testi, può comunque farsi due risate, o, se è troppo politically correct, si può incazzare. E qui mi ricollego alla seconda parte della tua domanda… Non ci interessa assolutamente risultare cattivi, scorretti e maleducati, perché vorrebbe dire perdere di coerenza con quanto siamo realmente (siamo tutti e quattro persone tranquillissime), tuttavia se qualcuno è così poco aperto da prendersela per i testi “sessisti” e offensivi che proponiamo, la cosa ci lusinga perché noi non vogliamo avere a che fare con pecoroni o perbenisti.

Greedy Mistrtess Intevista

iyeHo letto che di recente avete raggiunto gli States; come vi è sembrato il pubblico? Vi siete divertiti? Raccontateci un po’!

Siamo partiti senza false aspettative e con la sola idea di andare e divertirci. Ti devo dire, però, che al di là del solo divertimento, tutto è andato davvero bene. E parlo dei concerti, dell’accoglienza del pubblico, delle band con cui abbiamo suonato e delle varie situazioni anche non strettamente connesse alle esibizioni. Non ti so dire se l’accoglienza che ci hanno dato dipendesse dal fatto che fossimo il gruppo da “fuori”, ma se è sempre così, mi spiace dirlo, ma in Italia ci troviamo in un vero e proprio Terzo Mondo a livello musicale. In tutte le decine di concerti che abbiamo fatto qui in Italia non ci è mai capitato che dei perfetti sconosciuti ci aiutassero a montare e smontare la strumentazione, offrendosi anche spesso di ospitarci nel caso non avessimo posto per dormire.
Inoltre siamo riusciti tramite vendite e scambi a distribuire praticamente tutte le copie del nostro disco, tanto è vero che al nostro ritorno abbiamo dovuto ristampare una nuova edizione per Vampata, che contiene anche 3 tracce bonus dedicate proprio al nostro tour (2 sono brani live registrati in America, una è un’inedita dedicata ad un nostro compagno d’avventura).
Per chiudere questa risposta, vorrei ancora una volta ringraziare il nostro amico Bill che tramite la sua Finncade Shows si è occupato dell’intera organizzazione del tour. Senza di lui, questa grandiosa esperienza non sarebbe stata possibile

iyeSu youtube c’è un video bellissimo di voi che eseguite una cover della “buonanima” di GG Allin. Cosa rappresenta per voi questa figura mitica, per metà uomo e per metà bagno alla turca?

Immagino tu stia parlando del video girato a Kenosha, in cui il nostro bassista si toglie le mutande alla fine della canzone… Apro una piccola parentesi, quello è stato il nostro più bel concerto di sempre. Non mi sono mai divertito così tanto e non penso di aver mai visto una così alta concentrazione di disadattati in un solo spazio.
Parlando di GG Allin, da buon divoratore di musica un disco come “Brutality…” è parte integrante delle mie influenze musicali, così come il materiale dei Jabbers. Non sono però uno di quelli che lo ama a prescindere. Ha fatto anche un po’ di uscite inutili e vere e proprie schifezze, inoltre come personaggio non mi fa impazzire. Poi l’idea di farmi lanciare merda ad un concerto non è che mi attragga così tanto, quindi se fosse ancora in vita, dubito che andrei ad un suo concerto. Però, ripeto, “Brutality…”, “Always…” e “Carnival…” sono dei classici.
Per la scelta di “Bite It You Scum”, dovrebbero risponderti gli altri tre, in quanto sono loro che l’hanno proposta. Il mio è stato un tacito assenso per ripagare il fatto che di solito sono io ad insistere per suonare una determinata cover (anche se il ruolo delle cover è davvero marginale nel nostro gruppo). Comunque devo dire che funziona piuttosto bene.

iyeAvete un approccio musicale molto violento, praticamente hardcore; disponete di un suono corposo ma equilibrato, decisamente melodico e rock. Quanto conta la melodia in un brano e quanto conta live? Che opinione avete della virata melodica, a volte pop del punk-rock e dell’hardcore?

La melodia è una delle tre componenti fondamentali delle nostre canzoni, insieme all’impatto (quello che tu, nella domanda, chiami “approccio musicale violento”) e alla precisione. Per ogni nostro pezzo cerchiamo di dosare queste tre componenti, certe volte calcando più la mano su una rispetto alle altre, altre volte facendo in modo che si crei il giusto equilibrio.
Per questo motivo siamo troppo melodici per essere metal, troppo aggressivi per essere punkrock e troppo metal per essere hardcore. Per noi questo è motivo di gioia e dolore. Gioia perché non ci interessa essere parte di una qualsiasi scena musicale, ma è anche motivo di dolore perché questo ci esclude da ogni tipo di concerto, festival o agenzia di booking a tema. Ma tanto siamo abituati a muoverci per la nostra strada, quindi poco male.
Riguardo alla virata melodica di alcune band… se è una scelta dettata dal calcolo e dalla comodità di trovare così più porte aperte la cosa mi disgusta. E lo stesso discorso vale per chi invece fa un scelta inversa, ovvero passa dal giorno alla notte verso una musica più furiosa e violenta per lo stesso identico motivo.
Apprezzo invece chi intraprende un percorso musicale coerente, quello che a volte ti mette contro ai tuoi stessi sostenitori ma che ha alla base delle valide motivazioni e delle solide fondamenta. Non tutti sono in grado o hanno voglia di fare lo stesso disco all’infinito e ci sono momenti in cui bisogna prendere alcune decisioni. Nei confronti di questa gente provo solo rispetto e ammirazione.
Questo tipo di discorso, ti assicuro, non riguarda solo il mainstream ma anche il nostro ambiente, dove non ci sono contratti e clausole che impongono certi cambiamenti.

iyeIl rock’n’roll scorre potente nelle vostre vene; avete mai meditato (anche nel privato delle vostre teste) sulla possibilità di una svolta ancora più melodica che vi faccia uscire dal cosiddetto “underground”, come è successo per molte punk/rock’n’roll band del nord Europa?

Se dovessimo uscire dall’underground (cosa più che improbabile, impossibile), vorrei che lo facessimo proprio grazie al nostro stile musicale, non con scelte strategiche fatte a tavolino. Tra l’altro anche se rendessimo più melodica la musica, cosa faremmo poi con i testi? Credo che i contenuti non siano propriamente adatti a tutti, quindi dovremmo cambiare anche quelli?
Come vedi è una cosa davvero impossibile.
Ci sono mille modi per non “vendere il culo” e comunque rimanere immersi nel mondo della musica tutto il giorno, facendo lavori gratificanti e stimolanti senza dover essere costretti a vergognarsi guardandosi allo specchio a fine giornata.

Greedy Mistrtess Intevista

iyeDai facciamo pubblicità! Dove vi troveremo prossimamente? Serate in programma?

Stiamo completando il nostro calendario per i prossimi mesi giusto in questi giorni. Quindi finché non sarà fuori, per scaramanzia, preferirei non annunciare molto. Di certo, per ora, c’è che suoneremo con i Cripple Bastards a Seregno (Monza), il 26 febbraio.
Abbiamo anche finito di registrare quattro pezzi che verranno pubblicati su un nuovo EP, credo (spero) in questa primavera.
Comunque se vi collegate al nostro sito, www.greedymistress.it, a breve troverete tutte le novità.

iyeQuasi finito. Questa è difficile: consigliateci un libro e un film che rispecchino l’anima dei Greedy Mistress!

Vorrei tanto che fossero rispettivamente “Il Pasto Nudo” di Burroughs e “Videodrome” di Cronenberg. Però temo sia più appropriato dire, per quanto riguarda il libro, una di quelle merdosissime raccolte di quei racconti a sfondo sessuale ad opera di autrici blogger-femministe-intellettualoidi (leggi mignotte), per quanto riguarda il film “La Bestia In Calore” di Luigi Batzella, ovvero il più grande concentrato di volgarità e banalità che un film possa offrire.

iyeUltima. Mi sento molto Marzullo. Ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere???

La vita è una merda e i sogni sono espedienti per chi non ha il coraggio di affrontare la realtà. Aprite gli occhi e fatelo per voi stessi, non per l’umanità. Amen.

iyeGrazie ancora per l’intervista e per aver sopportato le mie cazzate. Lasciamoci con un saluto ai lettori!

Grazie a te per l’intervista e grazie soprattutto per non averci fatto domande idiote e aver dato libero sfogo ai miei inconcludenti monologhi.
Ciao a tutti i lettori, speriamo che tra di voi ci sia qualcuno senza il paraocchi e che abbia voglia di divertirsi ai concerti. Se così fosse, venite a trovarci ad uno dei nostri concerti, anche solo per scambiare quattro chiacchiere.

waww.greedymistress.it
waww.myspace.com/greedymistress

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Queen Is Dead Volume 129 – Reese, Zed & Dalia Nera, Deep Valley Blues.

Come capita sempre più spesso, non per nazionalismo ma perché in Italia nell’underground ci sono ottime cose, in questa puntata ci sono tre gruppi italiani : si parte con i vicentini Reese e il loro post hardcore misto ad emo, seguono i siciliani Zed & Dalia Nera che sono un gradito ritorno, e chiude l’heavy blues maledetto dei calabresi Deep Valley Blues.

Frontiere Sonore Radio Show #8

Monos, Klo’s quintet, REMY VERREAULT, Linda Silver, The Men, Roberto Colombo, Roger Robinson, Vagina Moster, Sly Asher & Les Vieux Mogos ecco gli ingredienti di questa ottava puntata

The Dictators – s/t

The Dictators: col loro proto-punk del debut album “Go girl crazy!” e dischi come “Manifest destiny” e “Bloodbrothers”, e capeggiati dal frontman Handsome Dick Manitoba, sono stati tra le band che, nella prima metà dei Seventies, hanno inaugurato (e anche chiuso, trent’anni più tardi)