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Recensione : Groundation – The Next Generation

"The Next Generation" dei Groundation percorre nello spirito le vie più alte del Reggae, nella grande speranza di scrollare di dosso a questo genere il ruolo di mero sollazzo, riportandolo a genere musicale di impegno e strumento di denuncia contro le ingiustizie.

Non c’è niente di facile nel fare Reggae oggigiorno. Non perchè sia un genere particolarmente difficile a livello tecnico, ma piuttosto per la facilità di cadere nel proporre qualcosa di “già sentito”, o che copi a piene mani (ma attenzione, a ragione ovviamente) i grandi padri fondatori del genere. Un altro grande problema che circonda questo genere è la grande ignoranza e superficialità che la circonda, e che talvolta vi si insinua anche, credendo che il Reggae in fin dei conti sia un semplice scandire le parole, presentarsi con dei notevoli rasta ed inneggiare alla legalizzazione delle droghe leggere.

Tutto ciò è quanto questo “The Next Generation” dei Groundation non è. L’ultimo album della band californiana infatti è una ventata di aria fresca nel genere, che nel loro caso si declina verso un jazz reggae molto tecnico ed aggressivo, che tuttavia sa diventare anche dolce ed accogliente, creando atmosfere più melliflue e riflessive. Traccia dopo traccia, diventa sempre più palese la chiarezza che la band ha voluto e saputo trasporre nel loro progetto musicale, anche grazie all’ingresso di molti nuovi elementi nel gruppo. Non si cerca di scimmiottare il genere, di fare leva sulla nostalgia del passato o su vani tentativi di apparire ciò che non si è; si calano invece tutte le carte sul tavolo in modo organizzato e capace, aggregando insieme all’ottimo reparto strumentale dei testi che toccano molti argomenti attuali, dal razzismo, ai cambiamenti climatici, alla giustizia sociale.

Su tutte, almeno dal mio ascolto, sono spiccate per i testi “Warrior blues” e “Fossil Fuel”. La prima ricorda i grandi eroi della storia moderna (JFK, Martin Luther King jr e altri) che si sono schierati contro le ingiustizie sociali per un mondo migliore, cercando di ispirare al fare altrettanto. Possiamo essere tutti dei guerrieri per l’uguaglianza, se mossi dallo spirito di amore e determinazione che in egual modo mosse quei grandi personaggi. “Fossil Fuel” sorprende invece per il modo diretto e senza troppi giri di parole con cui si scaglia contro i combustibili fossili, l’inquinamento del pianeta e lo sfruttamento senza controllo delle sue risorse. Forse è proprio questa la canzone più emblematica di questo album e di questo nuovo “core” della band, che ci fa sperare in una nuova corrente musicale motivata dal trasmettere ideali, ispirazione e melodie alle nuove generazioni, richiamandole dal torpore consumistico e cibernetico nelle quali pare si siano in gran numero assopite.

Ho detto all’inizio che il grande pregio di questo album e di questa band, rinnovata ed arricchita di nuovi musicisti, è quello di non cadere in un semplice riproporre passati cliché facendo leva sulla nostalgia. Confermo quanto detto, ma con un piccolo distinguo: Groundation assorbe e ripropone le vie più alte del Reggae, rielaborando in chiave attuale i messaggi sottintesi e le motivazioni più schierate del genere musicale e dei suoi personaggi, come il leggendario “One love peace concert” che Bob Marley organizzò per portare pace nella sua Jamaica, tribolata dagli scontri interni tra differenti fazioni politiche.

Questa grande voglia di alzare la voce e far tornare il Reggae a genere di impegno e non solo di sollazzo è ciò che rende “The Next Generation” un disco esplosivo e capace di lasciare il segno.

Che poi vi riesca, spezzando la superficialità che pare dominare la scena mondiale musicale e non, rimane un altro paio di maniche.

ETICHETTA: Baco Records

TRACKLIST
1 Vanity 3:47
2 One but Ten 6:12
3 New Life 7:33
4 Warrior Blues 4:12
5 Lion in Man 4:03
6 Prophets & Profit 6:13
7 Hero (feat. Hélio Bentes) 5:42
8 Fossil Fuels 4:45
9 My Shield 4:48
10 Try Me 4:15
11 Father & Child 4:45

LINE-UP
Will Blades – Piano/Organ
Isaiah Palmer – Bass
Jake Shandling – Drums
Brady Shammar – Backing Vocals
Aleca Smith – Backing Vocals
Eduardo Gross – Guitar
Craig Berletti – Piano/Trumpet
Roger Cox – Saxophon

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