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Recensione : Guardian Alien – See The World Given To A One Love Entity

Guardian Alien - See The World Given To A One Love Entity: Di esperienze psichedeliche la Thrill Jockey continua ad offrircene in quantità industriale, toccando in molti casi picc...

Di esperienze psichedeliche la Thrill Jockey continua ad offrircene in quantità industriale, toccando in molti casi picchi di eccellenza (Arbouretum, Wooden Shijps, Pontiak, White Hills) che fa davvero piacere scovare in mezzo all’oceano sempre meno navigabile della sovrapproduzione discografica annuale.

Cosine davvero belle che, talvolta, ti regalano quei momenti di relax e piacere che ti fanno dimenticare la corsa all’ascolto frenetico e ti ricordano il motivo per il quale sei lì, seduto a una cazzo di scrivania, a scrivere di musica.
Questa volta i signori della Thrill hanno osato ancora di più, mettendo sotto contratto i Guardian Alien, che in una ideale enciclopedia del rock sarebbero da cercare sotto la voce le band psichedeliche più folli del pianeta terra. Questo “See the World Given to a One Love Entity” è il loro secondo album e, insieme, un ambizioso e arrogante (in senso buono) biglietto da visita. Un disco che, difficilmente, data la struttura con la quale è stato concepito (una sola canzone della durata di 40 minuti), riuscirà a fare breccia negli ascolti del pubblico meno attento, quello abituato alla squallida sicurezza delle stupide canzoncine formato radiofonico. Un lavoro che però, ai lettori di In Your Eyes, dovrebbe far drizzare bene le orecchie. Perché è vero che la formula è poco commerciale (chi ha detto ‘sti cazzi?) ma è anche vero che il superpezzo ha proprio un sacco di cose da dire, e riesce a dirle con una naturalezza e una passione veramente genuine.

Si parte con gli uccellini e si prosegue rockeggiando con la batteria in epilessi, per poi riposarsi immersi in un oceano di suggestioni psichedeliche sul quale affiora un approccio hard rock alla musica popolare indiana (ehm, già), o in uno stagno di affascinanti ambientazioni bucoliche. Sul finale poi, riportato a casa il fiato perduto, si torna a suonare “indianhard” con la batteria che jamma e riffa senza sosta. Niente, non c’è verso, ogni definizione che vogliate affibbiare a “See The World” suonerà come forzata. E allora prendetelo per quello che è: un trip. Già, un meraviglioso e colorato viaggio sui terreni morbidi della psichedelia hippie, su campi di bucolica trascendenza ambient e scoscesi dirupi di ossessioni noise-core. Una viaggio oltremodo rilassante che vi consiglio caldamente di intraprendere. Ne rimarrete abbagliati.

LINE-UP:
Greg Fox (batteria, voce, electronics, arrangiamenti)
Alex Drewchin (voce, synth)
Turner Williams Jr. (shahai baaja)
Bernard Gann (chitarra)
Eli Winograd (basso)

Guardian Alien

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