Un interessante progetto, denominato Heat Leisure, è in uscita su Thrill Jockey con il disco III & IV. Parliamo di un collective side-project, cioè un collettivo che riunisce musicisti provenienti da varie band, formatosi intorno ai fratelli Carney dei Pontiak, figure di spicco della nuova scena psichedelica americana. Oltre a loro, figurano parte del progetto anche il perno dei Guardian Alien, il batterista Greg Fox, insieme alla cantante del gruppo Alexandra Drewchin. Fine lì? Ma certo che no! Abbiamo anche Steve Strohmeier, già collaboratore dei Beach House, e Robert J. Otten III. Base creativa e luogo di ritrovo? La fattoria Carney nella Virginia, ovviamente!
Come il titolo lascia intuire, non si tratta della prima prova per l’estroso collettivo, perchè esiste un precedente, chiamato ovviamente “I-II” , uscito nella forma di “short film”, quindi come connubio audio-video, con 7 pollici annesso. Stavolta si passa al tradizionale audio record, nella forma di full-length release in vinile, ma questo progetto è veramente aperto a ogni tipo di sperimentazione artistica, può mutare nelle forme più variegate, come differenti incarnazioni di un unico spirito artistico: secondo i fratelli Carney, Heat Leisure può estendersi alla performance musicale, alla pittura, alla scultura e quant’altro passi per la testa…
Il concetto centrale è però certamente fondato sulla connessione tra l’approccio creativo di ciascuno dei suoi componenti, sulla spontaneità e l’improvvisazione, che prendono forma nel corso di jam-sessions il cui prodotto è più sia di un semplice divertissement sia di un esercizio di stile.
Il disco prevede due sole tracce, come due facce di una medaglia, due lunghe composizioni che viaggiano a ruota libera sull’onda di una psichedelia che più che ascoltata va sentita sulla propria pelle, e con più di qualche rimando all’epoca aurea del genere ormai mezzo secolo fa, di cui vista la mia giovane età, posso solo sentire i racconti e cercare di immaginare l’atmosfera.
Questo secondo episodio di Heat Leisure è stato registrato nel corso delle nottate di un periodo di tre giorni all’inizio dell’anno, sulla vecchia e decadente “tape”, da cui il gruppo cerca di ottenere un suono più ovattato e melmoso rispetto al digitale.
Per l’occasione, si aggiunge alla combriccola il leggendario Ken Babbs, uno dei leaders del movimento psichedelico americano e ben noto membro del gruppo Merry Pranksters fondato da Ken Kesey. Un importante e potente rimando alla storia del genere, in particolare per il legame con i mostri sacri Grateful Dead (protagonista nel Sunshine Daydream di un fine Agosto 1972 in Ohio).
Tornando a III & IV, due facce di una medaglia, per l’appunto. Su un lato, III, 10m31s, costruito intorno a un lungo monologo, che vede protagonista lo sciamano Ken Babbs, portavoce di un’epoca e soprattutto di un’ideologia che da qualche parte esiste (o almeno sopravvive) ancora. Intorno a questo monologo, tutto da ascoltare perchè tocca differenti argomenti, si muove sinuoso in sottofondo un ritmo avvolgente e solenne, che esce allo scoperto ed esplode verso i due terzi della traccia in un tripudio sonoro.
Dall’altro lato, IV, si estende per ben 17 minuti, e in contrapposizione alla precedente traccia, costituisce la negazione della comunicazione verbale in favore della dilatazione della percezione, l’estasi psichedelica che avanza nel buio della notte, espandendosi in due differenti strutture in successione: prima una cavalcata costituita da un ritmo circolare ossessivo e un mix di suoni alienanti (provate a immaginare un Four Tet nato 40 anni prima che non fa elettronica ma mangia acidi e fa psichedelia, o se non siete pratici di elettronica, pensate di assistere sotto acido all’atterraggio di extraterrestri), che sfocia in seguito in una parte consistente, caratterizzata da un ritmo più gentile, avvolgente e caldo a cui abbandonarsi, cullati da vocals eteree.
Non è un ascolto semplice, suggerisco di mettersi comodi e cercare di predisporsi al meglio, con l’obiettivo di entrare nel flusso sonoro, di non limitarsi ad ascoltarlo ma di provare a percepirlo. Consiglio inoltre di non fermarsi ad un primo ascolto, ma spingersi oltre per poterlo apprezzare maggiormente.
Tracklist:
1. III
2. IV
Line-up:
Carneys brothers (Jennings, Van, Lain)
Greg Fox
Alexandra Drewchin
Steve Strohmeier
Robert J. Otten III
Ken Babbs