Il metal dovrebbe essere studiato più seriamente, andrebbe indagato il perché, sentendo un album come quello degli Hellgeist, molte cose nel mio cervello si incastrano alla perfezione e scende la pace nonostante si tratti di un sound violento e sincopato.
L’impressione che si ha ascoltando questi pezzi è di grande consapevolezza nei propri mezzi e nella propria fede nel metal: qui le materie trattate sono diverse, dal thrash, al death, ad un qualcosa di più orecchiabile, ma sempre oscuro.
Nati nel 2011 nel cuneese (chissà come si traduce in inglese …), i ragazzi pubblicano un Ep di cinque pezzi “What A Hell”, che li porta poi a suonare in molti concerti; dal 2014 entrano nella famiglia Nadir e il presente lo state ascoltando con questo cd.
Tecnici senza essere pedanti, veloci e potenti con la melodia sempre presente, gli Hellgeist sono uno di quei gruppi che ascolteresti per ore, hanno quel groove metallico che è un piacere della vita.
Il disco è il primo della loro produzione su lunga durata, ma gli Hellgeist non sono certamente un gruppo alle prime armi, anche se hanno ancora grossi margini di miglioramento perché da un gruppo così è lecito aspettarsi ancora di più.
Il metal lo si potrebbe studiare, ma bisogna soprattutto ascoltarlo.
Tracklist:
1. Last Breath
2. Again
3. Black Bells
4. Mindead
5. Your World
6. Emily
7. Blood Faith
8. Hell
Line-up:
Alessandro Parola – Guitars
Andrea “Kaste” Castegnaro – Bass
Gabriele Lingua – Drums
Luca “Juma” Serra – Vocals