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Recensione : Heroin In Tahiti – Death Surf

Sembrerà di galleggiare su una tipica canoa isolana, strafatti di psichedelici, la gola arsa dal torrido sole e intorno a noi atolli di isole disabitate dalle radiazioni di una recente catastrofe nucleare. Un lento declino emotivo ti percuote in questo disco.

Heroin in Tahiti è un duo italiano, formato da Valerio Mattioli, già autore del libro ”Noisers” (Tuttle Edizioni, 2008), redattore di alcune rubriche su Blow Up e Francesco De Figueiredo, art director di NERO Magazine. Oltre al loro impegno sulla carta stampata, i due romani sono dietro a quel collettivo che da qualche anno disturba i quartieri est della capitale. Borgata Boredom è il nome che c’è dietro a questa riunione di artisti No Wave , e che sotto la NO=FI Recordings è riuscita a racchiudere in un vinile, ”Borgata Boredom – Music And Noises From Roma Est”, 17 folli artisti, racchiudendo l’essenza di una certa cultura post-punk fatta oltre che di musicisti anche di locali, filmakers, artisti grafici, insomma di una parte di Roma che respira, collabora e si ritrova sotto certi ideali di sperimentazione. Tornando sulla nostra imbarcazione tahitiana, alla deriva di un mare piatto dove di surf c’è rimasta solo qualche tavola rotta a galleggiare di fianco a noi, il vinile è stampato da Boring Machines , etichetta italiana che oramai da anni ha preso il testimone di realtà passate come la defunta Bar La Muerte, e che porta avanti una certa qualità musicale nazionale fuori dalle cerchie delle più grandi distribuzioni. Death Surf viaggia su semplici e leggeri beat ritmici: in tutto il disco sono però le chitarre e gli analog-synths a darne il vento e il carattere. Gli echi ”surf” sono veramente lontani, se pensate di trovarvi davanti Dick Dale o Beach Boys fate attenzione, qualche arpeggio tipicamente Surfaris sembrerà delinearsi all’orizzonte ma resterà sempre lontano e velato dai tremolo e i delay delle chitarre, perdendo quasi la sua ritmica sorridente e stringendosi così in un lontano canto esoterico. Il carattere più forte del disco è proprio questo connubio tra un sapore a tratti esotico, western ed un preoccupante ambient-drone sperimentale che si palesa come una minaccia in ogni brano dandoci quella sensazione di smarrimento tipica delle moderne sperimentazioni più ricercate. Otto tracce, poco più di 40 minuti per un disco tutto italiano che vanta un originale accostamento di atmosfere e una cultura di ricerca musicale da ammirare.

Tracklist:
A1 Death Surf
A2 Spaghetti Wasteland
A3 Campomorto
A4 E Kipa Mai
B1 Zoom
B2 Ex Giants On Dope
B3 Sartana
B4 Heroin In Tahiti

Line-up:
Valerio Mattioli
Francesco de Figueiredo

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