Accomodatevi alla guida del bolide in copertina, girate la chiave e sentirete il motore che, prendendo vita, accelera la velocità del sangue nelle vene; ora infilate il cd di debutto degli Highway Dream nell’autoradio e al primo riff dell’opener Unbelievable, scaricate tutta la potenza di questo mostro meccanico che, sommato all’adrenalina a mille provocata dall’hard rock suonato dalla band, creerà una miscela esplosiva, pura nitroglicerina che vi inchioderà al sedile …
Come? avete una Punto? Fa lo stesso, basterà il debutto al fulmicotone della band cremonese per caricarvi come molle, pronte a saltare bruciando le strade come fossero lunghi rettilinei di quell’America che pervade l’intero lavoro.
Il gruppo, fondato nel 2008, firma in questo anno per la Street Symphonies, etichetta italiana sinonimo di qualità in fatto di hard rock, ed arriva a questo ottimo debutto, registrato e mixato agli Atomic Stuff Studios da Oscar Burato, a base di hard rock classico, in stile anni ’80, ma in grado di mettere in evidenza la grande personalità della band, non solo clone dei grandi del passato ma dotata di una sua precisa identità: insomma, ci si rifà al glorioso passato ma tenendo più di un piede negli anni duemila.
Lo stile dell’ottima vocalist Isabella Gorni non fa rimpiangere i colleghi maschi con una prestazione tutta grinta e cuore, sanguigna il giusto e passionale quando le atmosfere si rilassano per regalare la classica ballad, come da copione (Let Me Be Your Breath).
I tre ragazzi della band, invece, spaccano che è un piacere, formando un trio rock’n’roll dall’elevato potenziale che ci bombarda con ritmiche dirompenti (Gabriele Frosi al basso e Massimo Agliardi alle pelli) ed un axemen dal chitarrismo graffiante e dai solos fantasiosi, vera macchina macina riff, nella persona di Roberto Zoppi.
Le prime quattro song sono autentici bolidi sparati sulla strada, diretti come un treno in corsa, che permettono al gruppo di presentarsi alla grande, a partire dalla già citata Unbelievable, passando per Don’t Let You Die, Highway Dream e Many Reasons.
Arriva una pausa riflessiva con la ballad, prima che la title-track deflagri con il suo groove irresistibile e la band torni a rockare da par suo con Like An Earthquake, la più moderna Falling Down e la top song Some Stars, bellissimo esempio di rock a stelle e strisce, apice della prova della vocalist, qui veramente superlativa.
Ac/Dc, Van Halen era Sammy Hagar, Warrant e l’hard’n’heavy ottantiano sono ad un primo ascolto le influenze della band di Cremona, anche se al sottoscritto continuano a frullare per la testa i tedeschi Skew Siskin di Nina C.Alice, ottimi rappresentanti pure loro dell’hard rock classico in questi anni di suoni modernisti o estremi.
Gi Highway Dream si congedano con Born To Be A Rockstar, un auspicio per la band al quale non possiamo che associarci.
Tracklist:
01. Unbelievable
02. Don’t Let You Die
03. Highway Dream
04. Many Reasons
05. Let Me Be Your Breath
06. Wonderful Race
07. Like An Earthquake
08. Falling Down
09. Some Stars…
10. Born To Be A Rockstar
Line-up:
Isabella “Isa” Gorni – voce
Roberto “Roby” Zoppi – chitarra
Gabriele “Gheghe” Frosi – basso
Massimo “Max” Agliardi – batteria
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