Come Marco Polo ed i suoi fratelli nel 1271 iniziarono il loro viaggio verso Oriente, attraversando panorami, popoli e climi diversi, cosi nel 2018 Hochzeitskapelle e Kama Aina hanno intrapreso un viaggio nella ricerca strumentale musicale, di chiara inclinazione Orientale, attraversando lande ed atmosfere inconsuete. Per quanto forse a tratti ovvie o “già viste/già sentite”, risultano comunque delle composizioni molto personali ed originali.
Delle finestre su punti di vista più intimi, ma anche in parte dei momenti in cui gli strumenti stessi usati sembrano volersi raccontare. Se infatti gli artisti nominati fungono un po’ da regia, a questa sorta di racconto di viaggio in musica, gli strumenti usati hanno anch’essi voce in capitolo in questo album, esponendo tramite le loro sonorità il proprio punto di vista, la loro parte di storia. Si potrebbe arrivare forse alla conclusione che siano proprio gli strumenti musicali a raccontare il viaggio, l’esperienza, le armonie esprimendo parti di se stessi prendendo lungo la via una sorta di “controllo creativo” sui musicisti, che diventano per questa volta loro gli “strumenti”.
A questo punto però è necessaria una leggera divagazione e puntare la nostra attenzione su questi artisti, purtroppo non riconosciuti dal grande pubblico e per questo meritevoli di un leggero approfondimento. Kama Aina, come il nome suggerisce, è di origini giapponesi, in modo specifico proveniente da Okinawa. Si tratta di un collettivo con alle spalle una decina di anni di esperienza ed un album (“Club Kama Aina”, 2006), nel quale possiamo già trovare i tratti distintivi di uno stile acustico che favorisce l’utilizzo di strumenti tradizionali e non, per la costruzione di impianti melodici che potremmo definire a tratti una sorta “unplugged” chill-out, ambient e folk.
Hochzeitskapelle è invece una band bavarese dedita principalmente a covers di canzoni famose e non, utilizzando strumenti acustici. Anche loro con un album alle spalle (“The world is full of songs”, 2016), portano con se un bagaglio decisamente folk, che non disdegna lo ska old school e pezzi che sembrano tratti dalle colonne sonore da film noir degli anni che furono. C’è molta Europa in questo sound:l’Europa dei popoli e della musica. L’Europa che ci piace. Sono stati proprio questi ragazzi bavaresi a scoprire Kama Aina, a fare una cover della sua Wedding Song ed a proporre successivamente la collaborazione che ha portato alla produzione di questo nuovo album, “Wayfaring Suite”.
Il fatto che tutti questi album e questi artisti non siano oggetto di grandi campagne pubblicitarie, o prodotti da etichette blasonate, non scalfisce minimamente la qualità, sincerità e capacità musicali. “Wayfaring Suite” non è infatti un prodotto ma una creazione, una goccia di musica intensa ed intima, creata non per essere venduta ma espressa e condivisa. A livello intrinseco inoltre, ci dice anche che ci sono ancora strade inesplorate nel mondo della musica, o che addirittura quelle stesse strade che spesso riteniamo già esplorate, concluse o “già suonate”, possono avere in realtà sfumature e pieghe che avevamo ignorato, che non erano ancora state “scoperte”, vissute.
Perchè in fin dei conti sebbene i sentimenti umani siano sempre gli stessi da secoli, il modo di viverli cambia e si modifica col corso del tempo; e la musica è proprio questo in fin dei conti, sentimento.
ETICHETTA: Gutfeeling Records
TRACKLIST
1. Wayfaring Suite 01
2. Wayfaring Suite 02
3. Wayfaring Suite 03
4. Wayfaring Suite 04
5. Wayfaring Suite 05
6. Wayfaring Suite 06
7. Wayfaring Suite 07
8. Wayfaring Suite 08
9. Wayfaring Suite 09
10. Wayfaring Suite 10
LINE-UP
Hochzeitskapelle and Kama Aina: musics