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Recensione : Holy Knights – Between Daylight And Pain

Questo ritorno degli Holy Knights sarà sicuramente apprezzato dagli amanti di sonorità epiche e classicheggianti

Il power metal non è sicuramente un genere che trattiamo con frequenza, anche per una mera questione di gusti personali, ma facciamo volentieri un’eccezione per questa nuova uscita degli Holy Knights.

La band siciliana, riformatasi attorno al nucleo storico composto da Dario Di Matteo (tastiere e voce) e Claudio Florio (batteria), con l’ingresso di Simone Campione alla chitarra, si ripresenta sulla scena a ben dieci anni di distanza dal primo parto discografico, quel “Gate Through The Past” che all’epoca della sua uscita ottenne buoni consensi.
Dieci anni non passano invano, così le doti già evidenziate in passato oggi vengono arricchite dall’esperienza maturata nel frattempo dai musicisti: Between Daylight And Pain si rivela un riuscito compendio di power sinfonico che miscela e rielabora in maniera competente Rhapsody, soprattutto e, tra gli altri, Stratovarius e Virgin Steele.
I brani sono per lo più piuttosto dinamici, con la tastiera che si ritaglia un ruolo maggiormente da protagonista rispetto alla chitarra, mentre la loro struttura è sempre elaborata e contraddistinta da frequenti cambi di tempo; aspetto, questo, che si palesa contemporaneamente come pregio e difetto dell’intero lavoro: se, infatti, ciò costituisce lo sfogo naturale per le indiscutibili doti tecniche dei tre musicisti, d’altra parte finisce talvolta per appesantire, con qualche svolazzo strumentale di troppo, episodi ai quali una maggiore linearità avrebbe sicuramente giovato (11 September né è l’esempio più lampante).
Non c’è alcun dubbio, comunque, che i nostri abbiano una spiccata capacità di produrre melodie efficaci e di immediata assimilazione, favorita dalla voce di Dario che è del tutto all’altezza dei migliori esponenti del genere e da un rivestimento musicale di grande pregio: ogni traccia giustifica ampiamente la propria presenza nella track-list, ma non c’è dubbio che la doppietta iniziale Mystery / Frozen Paradise e la semi-ballad Wasted Time spicchino nel contesto per qualità e impatto emotivo.
Questo ritorno degli Holy Knights, oltre a ricevere il giusto plauso anche da chi, come il sottoscritto, è normalmente avvezzo ad ascolti di altro genere, sarà sicuramente apprezzato dagli amanti di sonorità epiche e classicheggianti; speriamo solo di non dover attendere un altro decennio per ascoltare del nuovo materiale.

Tracklist :
1. Mistery
2. Frozen Paradise
3. Beyond the Mist
4. 11 September
5. Glass Room
6. Wasted Time
7. Awake
8. The Turning to the Madness

Line-up :
Claudio Florio – Drums
Dario Di Matteo – Keyboards, Vocals
Simone Campione – Bass, Guitars

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