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Recensione : Hybrid Sheep – Free From The Clutches Of Gods

Gli Hybrid Sheep sono una moderna band metal, con una quasi totale saturazione del vacuum musicale, con mille suoni, grande potenza e produzione molto curata.

In Francia amano il deathcore o qualunque cosa intendiate come suono tra il brutale e il melodico di gruppi come i Colossus o i Deep In Hate, che fanno della potenza la loro bandiera senza mai tralasciare la melodia.

Nati nel 2008 in Alta Savoia dall’unione di cinque amici di lunga data, gli Hybrid Sheep nel 2009 registrano l’ep “Dommages Collateraux; dopo aver suonato vari concerti in Francia e Svizzera decidono di chiudersi in studio per dare alla vita Free From The Clutches Of Gods, loro album d’esordio.
Gli Hybrid Sheep sono una moderna band metal, con una quasi totale saturazione del vacuum musicale, con mille suoni, grande potenza e produzione molto curata.
Nella loro musica confluiscono vari stili, dall’hardcore al death, ma soprattutto si avvicinano a quella maniera francese di fare death metal melodico che ha reso famoso più di un gruppo.
Grande precisione, cura nella composizione del pezzo e grande resa, poiché questi ragazzi non fanno mai passaggi troppo tecnici o difficili da sentire, pur essendo tutti in possesso di un’ottima tecnica: l’immediatezza infatti è una delle prime caratteristiche degli Hybrid Sheep, e tutto l’album ne è la conferma.
Dischi come questo sono la fotografia del cambiamento, o forse meglio transizione, che il metal sta compiendo verso il suo futuro, e ciò può essere giudicato in maniera positiva o in maniera negativa.
Sicuramente qualcosa sta cambiando, poiché il metal contemporaneo è ben rappresentato da dischi come questo, che di contrasto non piaceranno per niente ai puristi o ai nostalgici.
Il metal è uno dei generi più innovativi e più conservatori al tempo stesso: gruppi come gli Hybrid Sheep fanno sicuramente parte della nuova stirpe del metal, che sta innovando senza dimenticare di guardarsi dietro e dentro.
Free From The Clutches Of Gods è un disco potente e ben suonato, che è metal fino al midollo e che trova nuove strade, facendo sì che il genere continui la sua storia.

Tracklist:
1.An Illness Called Callousness
2.Dark Passenger
3.From Stupid To Putrid
4.System Is Crumbling
5.Liar’s Promises
6.Plague Of Locusts
7.We Were Giants
8.A Man Chooses… A Slave Obeys
9.Dead Rats Don’t Squeak
10.Maze Of Streets

Line-up:
Arnaud – Voce
Alex – Chitarra
Andre – Chitarra
Max – Basso
Jordan – Batteria

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