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Recensione : Hyperborean – Shadows

Questo breve EP d’esordio mostra una band già pronta ad incidere un lavoro su lunga distanza, anche perché l’indubbia stoffa tecnico-strumentale è abbinata a capacità compositive tutt’altro che banali.

I cesenati HyperboreaN (da non confondersi con gli omonimi blacksters sperimentali svedesi, qui recensiti qualche mese fa) sono un giovane trio dedito ad un death metal molto tecnico ma non privo di sostanza.

Questo breve EP d’esordio mostra una band già pronta ad incidere un lavoro su lunga distanza, anche perché, come detto, l’indubbia stoffa tecnico-strumentale è abbinata a capacità compositive tutt’altro che banali.
Ciò che colpisce, in particolare, è l’abilità con la quale i nostri rifuggono l’esibizione di tecnica fine a se stessa per approdare ad una forma musicale capace di catturare l’ascoltatore nonostante una proposta certamente non troppo diretta.
L’imprinting dei Meshuggah, che non a caso, oltre ai neozelandesi Ulcerate, vengono citati tra i numi tutelari, si sente, non lo si può negare, ma rispetto ai maestri svedesi i nostri tendono (e non è certo un male) ad essere senz’altro più lineari, cercando di evitare di emularne le gesta fino alle estreme conseguenze, e scongiurando così il rischio di avvitarsi in dedali strumentali dai quali solo la band di Thordendal e poche altre conoscono i trucchi per venirne fuori alla grande.
Dei tre brani, sicuramente il più convincente e, per certi versi, sorprendente, è Shadows That Vibrate che, dopo un incipit ai confini del brutal si apre in un inatteso sbocco melodico; sembra solo un attimo di tregua prima che le feroci dissonanze degli HyperboreaN tornino a fagocitare nuovamente la struttura del brano, finché nuovi rallentamenti e momenti più riflessivi fanno nuovamente la loro comparsa donando alla traccia un’impronta gradevole oltre che un’indubbia versatilità.
Da rimarcare la prova dietro al microfono di Sara, per distacco il miglior growl femminile ascoltato negli ultimi tempi, oltre al puntuale lavoro alla chitarra e al basso rispettivamente di Stefano e Federico. Come sovente accade, un quarto d’ora di musica può fornire solo un’idea di massima del reale valore di una band, ma la valutazione limitata ai tre brani ascoltati in Shadows non può che essere oltremodo positiva.
Gli Hyperborean sono attualmente alla ricerca di un batterista: chi volesse provare ad intraprendere un percorso musicale stimolante anche se irto di difficoltà si faccia avanti: questa è una band che, salvo imprevisti, ha davanti a sé un futuro davvero molto interessante.

Tracklist:
1. Arcane And Obscure
2. Core Confinement
3. Shadows That Vibrate

Line-up:
Stefano Pieri – guitars
Federico Cucchi – bass
Sara Cusato – voice

HYPERBOREAN – Facebook

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