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Recensione : I Rudi – Nient’altro Che Routine

Otto canzoni di frizzante mod-rock con Who, Small Faces e Jam nel cuore

Come giustamente dice Tony Face, padre incontestabile del modernismo italiano, si è mod in qualsiasi momento della vita anche quando si scende vestiti da casa a prendere il pane.

E che questo tipo di attitudine, perché è di attitudine e non di moda che si tratta, sia davvero forte lo dimostra il fatto che nel 2015 ci siano ancora band come i Rudi che ad essa si richiamano, considerando che il movimento mod data la sua fondazione alle fine degli anni ’50 direi proprio che i suoi frutti siano a tutt’oggi rigogliosi e duraturi. Ma veniamo più specificatamente a questo terzetto lombardo che ha la caratteristica di non avere chitarre in formazione ma di sostituirne (egregiamente) il suono con l’uso della tastiera. Questo loro nuovo lavoro è composto da otto canzoni che,come affermato dalla band,nascono con il cuore rivolto ai capisaldi del rock modernista vale a dire Who, Small Faces e Jam. Io personalmente trovo che la loro freschezza ed immediatezza rimandi anche ad una band italiana da me amatissima di loro conterranei, gli Smodati. Un ulteriore nota di merito che si può ascrivere a questo album è la scelta da parte del gruppo di chiudere con una cover in italiano di quella che è, per me, la più bella canzone dei Prisoners,Melanie. Se i Rudi sono in grado di riproporre la frizzantezza di questi pezzi anche dal vivo sono certo che assistere ad un loro live debba essere molto divertente e stimolante. Promossi su tutta la linea!

TRACKLIST
Framboniglio
Nei confini
Routine,
Falsi eroi,
Tre tizi,Anna,
Roo baby,
Melania

LINE-UP
Silvio Bernardi – Basso e voce
Gabriele Bernardi – Tastiere e voce
Stefano Di Niglio – Batteria e voce

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