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Recensione : I Sincopatici – Decimo cerchio – Snowdonia Dischi

Uno spettacolo da far vedere nelle scuole, anche per far ascoltare e comprendere sonorità che non si appiattiscono su quelle attuali, e che ci portano in un futuro che si sposa bene con il nostro patrimonio passato.

Performance musicata registrata dal vivo a Varese nel 2021, musica dei Sincoraptici, parole del sommo poeta fiorentino Dante Alighieri e immagini del primo kolossal cinematografico italiano, “L’Inferno” del 1911. Già così la cosa si preannuncia molto attraente ed interessante, ma ascoltarlo è ancora meglio. I tre performatori, Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Andrea Grumelli, prodotti da Claudio Milano firma di garanzia e talento.

Il trio è specializzato nel riscoprire capolavori come questo del cinema muto, riportati alla vita anche dalle meravigliose musiche composte da Francesca Badalini la quale, dal 1999, collabora con la Cineteca Italiana componendo ed eseguendo dal vivo, insieme al gruppo, in tutta Europa, musiche per film muti. Il progetto è molto ambizioso e riesce perfettamente nell’intento di creare una rilettura di Dante ispirata alle magnifiche illustrazioni di Gustavo Dorè che è in pratica uno dei maggiori interpreti danteschi.

Questa rilettura si riverbera in un’interpretazione futurista del messaggio dantesco, infatti il lavoro è pieno di suoni futuristi che acquistano una valenza fisica e creando una dimensione differente rispetto a quella reale, dove l’ascoltatore si perde e viene ricondotto per mano dai Sincopatici in un viaggio che non si preannuncia né breve e né facile, ma ricchissimo e coinvolgente.

La performance è ricchissima e coglie al meglio le intenzioni dantesche, riportandole in maniera drammatica e teatrale, con forza e in maniera viva e livida, con un peso fisico e che ci incide la pelle. Non è affatto facile interpretare la materia dantesca, tanto è vasta e con migliaia di significati, ma è proprio a questo punto che si palesa la valenza di di questo lavoro, ovvero nel mostrare cosa è realmente e nel lasciare la possibile interpretazione al pubblico, che ha infatti accolto molto bene “Decimo cerchio”.

La “Divina Commedia” musicata in questa maniera che parte da una concezione musicale molto vicina al teatro e assai diversa da quella moderna, che si sposa molto bene con la visione del film del 1911, è un andare ulteriormente a fondo portando a galla aspetti sempre nuovi, che è il segreto alchemico dell’opera dantesca.

I Sincopatici e Claudio Marino portano sul palco e sui nostri schermi uno spettacolo al contempo innovativo e antico al tempo stesso, con radici molto forti e strutturato veramente bene, con un profondità rara ai nostri tempi e una visione che va ben oltre il prodotto discografico.

L’opera è un tesoro per chi ama Dante e una bellissima scoperta per chi non lo amasse ancora, o semplicemente non avesse avuto l’occasione giusta per amarlo, questa è una delle migliori occasioni per poterlo apprezzare. Uno spettacolo da far vedere nelle scuole, anche per far ascoltare e comprendere sonorità che non si appiattiscono su quelle attuali, e che ci portano in un futuro che si sposa bene con il nostro patrimonio passato.

Fantastica, e con dentro tutti gli elementi che caratterizzano quest’opera, la copertina che torna ad essere un mezzo comunicativo importante.

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