Qui, signore e signori, si parla di un grandissimo regista, di un vero e proprio vanto della cinematografia italiana, qui si parla di Enzo G.Castellari.
Che, per chi non lo sapesse, è figlio di un’altro grandissimo regista, Marino Girolami, a dimostrazione che il vecchio adagio secondo il quale buon sangue non mente anche in questo caso conferma la sua validità. Autore di un sacco di film il nostro ha cominciato con il western all’italiana (“Vado l’ammazzo e torno” per fare un eccelso esempio) e poi passato al poliziesco (il film di cui vado a parlarvi oppure il vero e proprio cult “La polizia incrimina la legge assolve”), ha diretto film di guerra (“Quel maledetto treno blindato”) che ha ispirato Quentin Tarantino per il suo “Bastardi senza gloria”, film sul terrore degli squali arrivando sino a quale si definisce genere post apocalittico (trilogia da paura con “1990 I guerrieri del Bronx”, “I nuovi barbari” e “Fuga dal Bronx”).
Il livello medio dei sui film è sempre stato sull’eccezionale andante con punte di eccelso qua e là, non fa eccezione questa pellicola del 1974 di cui mi accingo a parlarvi.
Il tutto comincia con una rapina molto violenta in un ufficio postale,tra gli utenti si trova l’ingegnere Carlo Antonelli (Franco Nero) il quale dovrebbe ritirare un pacco in contrassegno. Qualcuno fra i dipendenti riesce a far suonare l’allarme e i rapinatori devono scappare in gran fretta prendono però come ostaggio Antonelli e nella fuga lo picchiano selvaggiamente. Si sviluppa uno splendido inseguimento per le vie della città più bella del mondo, Genova, che partendo da Corso Italia passa per via XX settembre, da Boccadasse per concludersi in porto dove i malviventi cambiano auto e si dileguano lasciando il protagonista malconcio sulla vettura usata sinora. L’ingegnere viene portato al commissariato dove gli mostrano alcune foto segnaletiche, lui non riconosce i suoi rapitori ed anzi si infuria per l’inefficienza della polizia attirandosi l’astio del commissario (Renzo Palmer). L’idea della vendetta privata si fa immediatamente strada dentro di sé. Si mette allora ad investigare per proprio conto ma va solo a trovare guai. Escogita allora un piano,fotografa alcuni pesci piccoli che compiono un furto e ricatta uno di loro Tommy (Giancarlo Prete), vuole armi in cambio dei negativi. Il piccolo criminale gliele procura ma Antonelli vuole di più, chiede anche di contattare una banda di rapinatori professionisti, Tommy nonostante sia piuttosto riluttante gli fa avere anche quella, si tratta degli stessi che lo hanno malmenato. Lui li segnala alla polizia con una telefonata anonima ma i tutori della legge non sono troppo veloci ad arrivare d i malviventi riescono a fuggire. L’ingegnere è furente e accusa la polizia di connivenza con la malavita, secondo lui è stata una soffiata ad avvertire i rapinatori ed a consentire loro di dileguarsi. Ma il nostro non si arrende, pretende che Tommy lo porti direttamente dalla banda, lui lo fa ma questi lo massacrano di botte e lo rinchiudono in un cascinale. Il piccolo delinquente, che lo aveva venduto ai rapinatori, si pente del suo gesto e lo libera ma il suo carceriere se ne accorge e lo insegue con l’auto ma Antonelli, nonostante abbia subito ulteriori violenze, riesce ad aver ragione del suo aguzzino colpendolo in pieno viso con un badile. Nel frattempo i suoi persecutori hanno scoperto la sua abitazione e l’hanno data alle fiamme, lui è braccato ma trova nel giovane Tommy un prezioso alleato. La sua nuova trovata è quella di inscenare il suo rapimento. La polizia pressata anche dalla stampa si mette in azione effettuando un gran numero di arresti nella delinquenza genovese. Ma i criminali sono molto astuti e riescono a scoprire il luogo dove Nero si è nascosto, rapiscono il suo nuovo alleato e danno fuoco al nascondiglio, l’ingegnere ha però la pelle dura e riesce ancora una volta a salvarsi. Ma la resa dei conti è vicina ed avviene in un grande capannone dove i malviventi hanno portato Tommy e minacciano di ucciderlo se Antonelli non si consegnerà loro. Comincia un conflitto a fuoco dove il piccolo ladro viene massacrato di colpi senza però essere ucciso. Il nostro con incredibile eroismo sale su di una ruspa per uccidere uno dei criminali che gli sta sparando addosso,ma quest’ultimo uccide Tommy senza pietà il fatto convince Nero ad uscire allo scoperto ed a neutralizzare definitivamente l’abbietto nemico. L’ultima scena mostra l’Antonelli di nuovo in commissariato, la polizia gli fa firmare un verbale nel quale si dice che sono stati loro a salvarlo ed a uccidere i rapinatori, non vuole infatti che l’esempio dell’ingegnere sia seguito da altri giustizieri privati. A costo di sembrare monotono anche nel caso di questo film va segnalata la pregevolissima colonna sonora composta da dei veri e propri maestri quali i fratelli De Angelis. Io l’ho detto da subito e lo ripeto in chiusura, sono un fan sfegatato di Enzo G.Castellari e sono forse il meno adatto per giudicare questo film con il necessario distacco, voi comunque guardatelo e converrete con me che una pellicola nella quale l’azione è così serrata e le sequenze girate con cotanta maestria non può che essere vista e rivista con notevole soddisfazione.
Regia di Enzo G.Castellari
con F.Nero,G.Prete,R.Palmer,B.Bach Italia,1974