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Recensione : Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini: in un periodo ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, padre e figlia condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo.

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini

Titolo: Il tempo che ci vuole

Regia: Francesca Comencini

Produzione: Italia/Francia

Anno: 2024

 

In un periodo ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, padre e figlia condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo.

Un film su:

  • il bisogno di raccontarsi;
  • l’importanza di potersi fidare;
  • la tossicodipendenza;
  • l’infanzia che sembra perfetta;
  • il fallimento o quello che pare esser tale;
  • le nostre fragilità;
  • le storie private che diventano universali.

Da vedere perché la regista romana, con questo commovente e sincero film autobiografico ambientato tra gli anni ‘60 e ’70, racconta l’intenso rapporto con suo padre, il famoso regista Luigi.

Nonostante ci venga raccontato che Comencini, durante le riprese dello sceneggiato “Le avventure di Pinocchio”, avesse urlato che prima viene la vita e poi il cinema, la figlia Francesca ci ricorda l’importanza dei film come strumento in grado di riempire il vuoto di alcune giornate, curare i dispiaceri, commuoverci, farci crescere.

La regista va però oltre sia al rapporto familiare, sia all’amore per il cinema ripercorrendo un periodo della nostra storia che ha avuto un forte impatto su molti di noi.

Dedicato a chi crede che la risposta “Il tempo che ci vuole”, in questo mondo sempre di corsa, dovrebbe essere data più spesso.

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