L’ipocrisia è oggi il mio nemico.
L’ipocrisia di un governo che parla di pace inviando armamenti ad un paese in guerra sanzionando nel contempo l’altro belligerante, una chiara posizione interventista, stessa posizione adottata da UE sostenuta dalla NATO. Posizione che favorisce esclusivamente un imperialismo a scapito di un altro, posizione non nuova da parte del nostro paese, anche se spesso gli interventi sono mascherati da missioni di pace o umanitarie.
Ipocrisia e sciaccalaggio di un governo che usa come pretesto l’ultimo conflitto in corso per l’aumento della spesa militare, quando gli stessi aumenti erano già da tempo previsti e preventivati da protocolli d’intesa fra gli stati aderenti alla NATO per il rafforzamento dei sistemi di difesa. Occorre pensare al miglioramento dei pilastri fondanti di un paese civile, istruzione, sanità e previdenza, che potremmo avere con gli stessi investimenti.
Ipocrisia della grande economia che aumenta i profitti investendo in gruppi e fondi di investimento di cui fanno parte le industrie di armamenti. Economia che contemporaneamente diffonde allarmismo per la produzione nazionale al fine di rendere sempre più precario il mondo del lavoro e rendere sempre più ricattabile il lavoratore.
Economisti che scoprono l’insufficienza al nostro fabbisogno di ogni produzione interna, quando, da sempre, per sostenere il libero mercato e la globalizzazione, hanno favorito e promosso la delocalizzazione in ogni settore, oggi chiedono sacrifici a chi le loro politiche ha subito.
Ipocrisia di un’informazione mainstream sempre più allineata alle posizioni governativa, informazione manipolata per una propaganda di guerra.
Guerra dove si evidenzia chi è il buono e chi il cattivo, guerra che deve far paura perché è a noi vicina ignorando tutti gli altri conflitti che durano da anni. Guerra che si scopre crudele perché anche i civili muoiono, persino i bambini! Negli altri conflitti forse civili e bambini sono risparmiati dagli orrori? La guerra è un orrore sempre, ovunque sia e da chiunque sia scatenata, a subirla è sempre e solo la popolazione tutta, per coprire sempre e solo interessi politici ed economici di ristretti numeri di persone che sulla guerra speculano e guadagnano.
Ipocrisia nella speculazione dell’emotività degli individui per l’assistenza e l’accoglienza dei profughi in fuga dal conflitto volta a creare uno status di profughi di serie A e profughi di serie B. Sugli stessi confini dove passano queste persone sono da mesi bloccati altri profughi che muoiono di freddo e di fame e nessun stato è disposto ad intercedere in loro favore con le stesse modalità, faticano le navi che soccorrono i migranti nel Mediterraneo ad avere l’autorizzazione all’approdo nei nostri porti. Ogni profugo ed ogni migrante merita la nostra solidarietà ed il nostro aiuto, da qualunque parte del pianeta esso arrivi e qualunque sia il colore della sua pelle.
La vita umana è un valore assoluto, qualunque vita!
Ipocrisia delle forze politiche e sindacali che scendono in piazza per la pace mentre ii loro rappresentanti sostengono l’invio di armamenti, alcune di queste forze sono al governo. Ben vengano i singoli individui, ma a lascino a casa i simboli che non rappresentano la piazza e in essa sono estranei. In verità occorre scendere in piazza non per la pace, ottenuta sempre con una sconfitta e una vittoria, ma contro le guerre, tutte le guerre.
Combattiamo contro questo nemico invisibile, smascheriamo ogni forma di ipocrisia che voglia deviare il nostro pensiero dalla realtà, ricordiamo sempre le parole di Brecht: al momento di marciare molti non sanno / che alla loro testa marcia il nemico / la voce che li comanda / è la voce del loro nemico.