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Recensione : In Love Your Mother – The Great Ape Project

"The Great Ape Project" è il classico esempio di opera per la quale si può affermare che il confine tra genio e follia sia talmente esile da risultare il più delle volte pressoché invisibile.

E’ nel parlare di dischi come The Great Ape Project che, chi prova a scrivere di musica, rischia di prendersi gli improperi di chi legge, o nella migliore delle ipotesi, una cantonata pazzesca.

Dopo aver rinunciato, probabilmente a causa di un probabile surplus di razionalità, a tentare di entrare in sintonia con le onde cerebrali di questi folli musicisti, non resta che arrendermi all’evidenza che questo disco degli In Love Your Mother sia uno dei lavori contemporaneamente più spiazzanti, geniali, freschi e caotici che mi sia capitato di ascoltare in tempi recenti.
Prendete tre giovani zurighesi che, in preda ad un raptus incontrollabile, decidano di riversare in mezz’ora di musica, suddivisa in ben diciassette tracce, tutte le influenze che le loro menti irrequiete hanno immagazzinato fin dall’adolescenza: ed ecco che, solo per citare i nomi più noti, System Of A Down, Meshuggah, Slipknot, Korn, Opeth e Napalm Death vengono triturati e rigettati in frammenti disordinati e apparentemente privi di logica all’interno di pezzi che, a loro volta, anche nel corso di un solo minuto, si rivelano così mutevoli da far girare la testa anche all’ascoltatore più scafato.
A questo punto il “Manuale Cencelli” del buon recensore piazzerebbe in scaletta una disamina dei singoli brani: impresa davvero ardua questa, in mezzo a cotanto bailamme, ma facendo un sforzo citerei gli unici che superano i 3 minuti di durata (We’re Gonna Dance Until Everybody Is Naked And Fallen Apart , Wish Me An Ocean Part 1 e Ein Hase Zwei Haese) non fosse altro perché, grazie a ciò, possiedono una parvenza di forma canzone, sviluppandosi in un arco temporale sufficiente a mostrare buona parte delle sfaccettature stilistiche messe sul piatto dagli In Love Your Mother .
Al di là del tono scanzonato e dall’evidente intento di non prendersi (e non farsi prendere) troppo sul serio, il trio elvetico si esprime su livelli tecnici ineccepibili sia quando l’andatura assume tratti parossistici, sia quando si lascia andare a passaggi prog eleganti quanto fugaci.
The Great Ape Project è il classico esempio di opera per la quale si può affermare che il confine tra genio e follia sia talmente esile da risultare il più delle volte pressoché invisibile.
Grande disco, quindi, oppure solo un’accozzaglia di suoni buttati lì a caso? Io propendo con forza per la prima ipotesi, ma non posso fare a meno di ammettere che anche i sostenitori della seconda, per assurdo, potrebbero avere le loro buone ragioni …
A mio avviso l’unico vero problema per gli In Love Your Mother sarà quello di trovare qualcos’altro da inventarsi in futuro, perché l’impressione è che già in questa occasione la valigia dei trucchi sia stata ampiamente saccheggiata, ma mi auguro di sbagliarmi; per ora restano comunque una delle maggiori sorprese di questo scorcio di 2014.

Tracklist:
1.The Mother Song
2.2116@#1916
3.We’re Gonna Dance Until Everybody Is Naked And Fallen Apart
4.Johnny Rocket Is Not Dead
5.The Great Ape Project Part 1
6.Signs Of A Medium Life
7.The Great Ape Project Part 2
8.Wish Me An Ocean Part 1
9.Wish Me An Ocean Part 2
10.Drop The Back Of The Line
11.Signs Of A Real Life
12.The Disco Fish
13.Inhale
14.Wish Me An Ocean Part 0
15.In Love Your Mother
16.The Hedgehog
17.Ein Hase Zwei Haese
18.Outro

Line-up:
Valentin Baumgartner – Guitars, Vocals
Amedeo Mauriello – Bass, Vocals
Andrea Tinner – Drums

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