Esordio da non perdere questo buon album di death metal tecnico, dai rimandi black, per i danesi Innsmouth, combo dalle buone potenzialità che mostra negli otto brani di questo The Shadow Over Innsmouth una propensione per il progmetal capace di donare al lavoro in questione ottime trame chitarristiche e sfuriate thrash.
La band (che come si può intuire dal monicker prescelto e dallo stesso titolo dell’album, si nutre dell’immaginario lovecraftiano), assestatasi definitivamente nel 2012, consta di tre elementi, Thor Sejersen Riis, che si adopera con risultati ottimi alla sei corde e organizzando i sampler delle tastiere con Peter Dahlgaard Mark, Kim Brandhoj, vocalist a suo agio sia nel growl sia nello screaming e Martin Munch Christensen al basso; la batteria purtroppo è programmata e toglie mezzo punto a questo lavoro, dimostrandosi troppo fredda per il genere suonato ed inevitabilmente un po’ monocorde.
Per il resto si viaggia a ritmi altissimi con in bella evidenza i solos di Riis, chitarrista talentuoso che passa da ritmiche forsennate a scale dal sapore progmetal, a tratti sconfinando nel metal neoclassico: sorta di Malmsteen estremo, l’axeman danese è l’autentico mattatore di The Shadow Over Innsmouth.
Le influenze, per nulla scontate in questo ambito, vanno dal death tecnico di Origin ed Obscura a quello black-oriented di Behemoth e Nile, per tuffarsi nei lavori dei migliori chitarristi in circolazione, in ambito metallico, da Michael Romeo al già citato Malmsteen, senza dimenticare Mike Petrucci.
Otto brani di devastante metal estremo compongono così questo lavoro nel quale almeno la metà sono riuscitissimi esempi di death tecnico, per nulla cervellotico ma dalla spiccata componente melodica, in rapporto ai canoni del genere, che sranno graditi anche a chi predilige suoni più classici.
Fenomenale esempio di ciò sono la strumentale The Colour Out of Space, brano neoclassico per eccellenza, così come Vomiting a Hole in the Soul, che apre il lavoro, Ritual of Chud, seguita dalla Nile-oriented Under the Pyramids, e Reanimator, la traccia più death/black del lotto impreziosita da digressioni chitarristiche di ottima fattura.
A mio parere urge un batterista “umano” per migliorare la sezione ritmica, a maggior ragione alla luce dei risultati ottenuti con questo primo album, per cui attendiamo gli Innsmouth alla prossima prova.
Tracklist:
1. Vomiting a hole in the soul
2. Dreams of slowly drowning
3. Ritual of Chud
4. Under the pyramids
5. Klaatu Verata Nicto
6. ReAnimator
7. The colour out of space
8. The shadow over Innsmouth
Line-up:
Thor Sejersen ‘Krieg’ Riis – Lead, Rhythm and Clean Guitars
Kim ‘Dvergur’ Brandhøj – Vocals
Martin Munch ‘Der Mönch’ Christensen – Bass
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