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Intervista Ai Niet

Un disco di straordinaria follia! Una produzione musicale che mi ha letteralmente sbattuto contro il muro con una violenza incredibile

Da quando non gioco più a rugby, mi innervosisco molto più facilmente! Non è facile mantenere la tranquillità, onestamente. Ho così sperimentato la violenza sonora e, devo dire, funziona al fine di scaricare un po’ di tensione.

Circa un paio di mesi fa, durante una di quelle giornate caratterizzate da nervi tesissimi, arriva a Gufo Records, direttamente dalla provincia di Ferrara, un regalo graditissimo: l’EP dei NIET. Un disco di straordinaria follia! Una produzione musicale che mi ha letteralmente sbattuto contro il muro con una violenza incredibile.

Così ho pensato di dover far conoscere a quanta più gente possibile questo duo noise con un’intervista sulla nostra bella zine e…via che si parte!

  1. Ciao ragazzi, raccontate ai lettori di IYEZINE qualcosa di voi…

Hola!
Siamo un duo chitarra e batteria, Ivo (chitarra) e Campi (batteria), entrambi veniamo da Portomaggiore.
Ci siamo formati come gruppo nell’estate 2014, ma abbiamo iniziato ad avere continuità nel 2015: il primo concerto lo abbiamo fatto durante l’estate del 2016.

Ci sono sempre piaciuti l’approccio e l’attitudine di gruppi come Jesus Lizard, Jon Spencer Blues Explosion, NoMeansNo, Shellac, Melvins

  1. Cosa significa NIET e perché avete scelto di chiamare così il vostro progetto musicale?

Niet vuol dire “no” e fondamentalmente è dovuto a diverse cose: ci piace il suono della parola Niet; vorrebbe essere un omaggio ai NoMeansNo; un coinquilino di Ivo una volta lo ha chiamato Mister No; il gruppo che avevamo prima si chiamava Karamazov e quindi siamo rimasti sul russo…

  1. Come nasce la vostra musica?

La nostra musica nasce in sala prove: arriviamo in sala con un giro di chitarra oppure con un ritmo di batteria e ci lavoriamo su; non abbiamo uno schema di scrittura, anzi…

  1. Domanda classica: componete prima la musica od il testo?

Assolutamente prima la musica. Il testo  è la componente che trascuriamo maggiormente,  dovremmo lavorarci un po’ di più in effetti.

  1. Quanto è importante per voi l’auto-produzione?

È molto importante l’autoproduzione, è l’unica via possibile per gestire tutto il processo creativo / musicale.

  1. Esiste una collaborazione tra artisti nel vostro territorio?

Sì, noi collaboriamo soprattutto con  gruppi provenienti dalle nostre zone, su tutti i Dubby Dub che ci hanno già chiamato a suonare diverse volte. Con i Jackson Pollock  ci siamo scambiati un paio di volte date, abbiamo avuto il piacere di organizzare una data con i Kint di Finale Emilia e siamo molto amici con Il Maltempo di Ferrara.
Qualche giorno fa ci hai chiesto via telefono come noi intendiamo la scena…  Sai, noi usiamo più il termine “giro” per intendere tutti quei gruppi che in questo momento stanno facendo un sacco di concerti e non sono assimilabili per generi (anche se spesso sono vicini). Pensiamo ai Jackson Pollock, Marnero, Gerda, Cani dei Portici, LorØ

Quindi nessuna scena, bensì giro!

 Progetti presenti e futuri?

Fare tante date/ scrivere tanti pezzi/ varie ed eventuali.
Ciao!

Ciao ragazzi, continuate a devastare ogni fibra del mio corpo con i vostri suoni e rumori!!!

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