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Intervista A Passepartout Duo

Intervista A Passepartout Duo: 1  Come definite le frontiere della Vostra musica, a ridosso di arte e performance? Sembra infatti abbiate trova...

1  Come definite le frontiere della Vostra musica, a ridosso di arte e performance? Sembra infatti abbiate trovato un perfetto ed equilibrato connubio
A parte il fatto che le varie discipline artistiche sono sempre state per noi fonti d’ispirazione personale, crediamo che il nostro compito sia quello di scoprire e offrire nuove prospettive su modi comuni di vivere, pensare e osservare, in modo da arrivare a qualcosa di più importante e non univoco. Le arti ci aiutano ad espandere questa visione, e a rendere l’esperienza più completa. Inoltre, c’è un naturale piacere nella collaborazione con altri artisti, nella continua ricerca, sperimentazione, nello scambio di idee.

2  Moving Ground e Heartwood, scende ed incalza in un livello inconscio collettivo. Quasi a ricordare un cerimoniale, e` stato registrato il suono nell`atto di calcare pigmenti di colore su un foglio di carta. Quanto e` importante la connessione tra il “mondo tangibile” e reale e la sua deframmentazione?
Questi due progetti sono piuttosto diversi tra loro ma entrambi hanno aperto nuove direzioni non convenzionali nel nostro fare musica. Sicuramente tutti e due giocano con questa “traduzione” tra mondo tangibile e mondo sonoro: nel caso di Moving Ground, che è praticamente un pezzo di performance art, l’immagine di un opera d’arte è tradotta in suono, che si materializza in vibrazioni e movimento di pigmenti, e si ritorna alla forma visiva, rinnovata. Ci piace pensare a tutto quello che in questo processo viene perso, trasformato, ripetuto, malinteso, reinterpretato insomma. Nel caso di Heartwood, invece, l’ispirazione è stata un po’ più eclettica: da un lato, c’era l’interesse di esplorare questi nuovi strumenti in legno in un modo molto intuitivo, specialmente giocando con le loro superfici; dall’altro lato, c’è stata la forte ispirazione relativa alla cerimonia cinese del tè, che è piuttosto complessa, una vera a propria sorpresa per noi in Cina, e che ha reso questo pezzo di musica molto emozionante per il pubblico cinese.

3  In Chongqing and Chengdu prende vita una parte molto peculiare della vostra identita`, un touring/live  in abitazioni private, creando un unico scenario ricco di momenti magici oltre che intimi. Come si e` evoluto questo aspetto nella vostra carriera.. ad esempio potete fare un paragone rispetto ai primi live ?
Il progetto dei concerti nelle abitazioni private è alla terza edizione: il primo esperimento fu realizzato in Islanda nel gennaio 2018, la seconda volta è stata a Rauma nel dicembre 2018, e ora siamo in Cina. Ciascuna di queste edizioni è leggermente diversa, perchè la cultura e la distinzione tra spazio privato e pubblico tra questi paesi è diversa, la musica che presentiamo è diversa (poichè strettamente ispirata dal luogo) e la lingua per la comunicazione con le persone è diversa. Da un certo punto di vista l’esperienza in Cina si posiziona all’opposto di quella islandese, anche a causa del ben diverso paesaggio sonoro.
L’esperienza in Cina ha rappresentato per noi il modo di esprimere le nostre riflessioni dei due mesi vissuti nel paese, e invitare il pubblico a non diventare passivo al suono, persino nelle estreme condizioni di saturazione sonora dei centri urbani. Per questo l’abbiamo curata in una forma più simile a un’installazione sonora interattiva, piuttosto che a un concerto tout court.

4  La vostra agenda e` ricca di programmi, ed incessante. Come affrontate ( e dove la trovate ) tutta questa energia nel girare  il mondo e lavorare a nuovi progetti contemporaneamente
La risposta è piuttosto semplice: stiamo facendo esattamente quello che vogliamo fare nella vita, e in completa libertà. Guardare al futuro e a tutte le possibilità di creare, incontrare e imparare è un’opportunità preziosa; poterlo fare come coppia lo rende anche più rassicurante per noi. Stiamo considerando se inserire ufficialmente in calendario una settimana di vacanza per l’anno prossimo, ma vedremo come andrà a finire…

5 Domanda personale ( entrambe avete una storia e formazione simile e diversa ) Come, quale e quando e` stato  il vostro approccio con la musica? E a quale figura fate riferimento costante nel vostro immaginario stilistico e compositivo?
Abbiamo cominciato a suonare da piccoli, in modo più o meno casuale. Per entrambi la svolta è avvenuta molto più tardi, verso la fine delle scuole superiori: Chris ha scoperto allora il mondo delle percussioni, mentre io ho scoperto il mondo della musica contemporanea, e abbiamo deciso che sarebbe stato il nostro futuro. Quando ci siamo incontrati nel 2015, avevamo lo stesso interesse nella musica da camera, anche se Chris aveva già acquisito più esperienza, avendo lavorato in trio e quartetto (di percussioni); capire il livello di qualità che il suonare in una formazione cameristica può raggiungere, anche nel mondo della contemporanea, è stato rivelatorio per Nicoletta, e da allora questo percorso di perfezionamento e’ stato unico.
Dal punto di vista delle figure di ispirazione, le nostre sono veramente eclettiche, estendendosi da compositori più classici (Gyorgy Ligeti, Olivier Messiaen, Steven Mackey, Louis Andriessen) alle varie influenze del mondo contemporaneo che, nel nostro parere, stanno effettivamente portando nuove idee al tavolo, dal jazz al pop all’elettronica. Negli ultimi mesi siamo estremamente interessati a vari gruppi e stili contemporanei che abbiamo scoperto in Giappone.

6  Infine, dopo alcuni anni passati, come ricordate la vostra esperienza in Islanda? Dev`essere stata abbastanza significativa e prominente durante la registrazione di Ólafsfjörður , tuttora uno dei Vostri Gioielli sonori prodotti..
L’esperienza della creazione e registrazione di Ólafsfjörður è successa, in qualche modo, senza che ce ne accorgessimo, come in un sogno. In Islanda il tempo si è fermato per noi, e ci ha permesso di esplorare nuove strade da percorrere negli anni a venire. Abbiamo rivoluzionato il modo in cui pensiamo al duo, non come a un gruppo di musica da camera, ma qualcosa di più complesso, a mezza via tra la musica contemporanea e le band, che commissiona compositori ma può scrivere anche musica originale. E più in generale, portare la nostra musica in un luogo così remoto, ci ha permesso di ricodificarla, e ci ha reso più confidenti che può davvero diventare globale. Infine, i due artisti che hanno collaborato con noi sul progetto dell’album (Yannis Zhang e Yumo Wu), sono la ragione prima per cui abbiamo intrapreso il viaggio in Cina. Tra l’altro, la residenza di Listhus ora non esiste più purtroppo, perciò la nostra esperienza resterà veramente irripetibile per noi.

7  La penultima e` un po` buffa o superficiale, ma necessaria a far capire come operate.quando infine avete meritate vacanze, pensate costantemente a produrre nuova musica e ad essere suggestionati da nuovi suoni o letteralmente staccate la presa?
Non abbiamo mai vacanze! Ma spesso, quando arriviamo in un nuovo luogo di residenza, ci prendiamo almeno un paio di giorni per ambientarci, camminare molto e cercare di carpire lo spirito del luogo, che infonde poi la nostra ricerca musicale. Il bello del lavorare insieme, per noi, e’ proprio il poter stare sempre ‘attaccati alla presa’.

8  Qualche particolare ricordo su Rauma?
Tantissimi ricordi di Rauma! Ogni camminata attraverso il centro, le ore spese a lavorare il legno in Tammela, le cene e saune che ci sono state offerte, e per Nico le ore passate a lavorare a maglia.

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