INTERVISTA CON MEGHISTOS.
Death metal anni novanta, esoterismo, cuore e rabbia la formula di Meghistos, autore di “The reasons”, un disco che ha tantissime cose al suo interno, e quasi tutte cattive. Abbaimo fatto due chiacchere con lui sulla sua nuova uscita.
Grazie a Meghistos per tutto e a Trevor per la disponibilità.
– Ciao, quali atmosfere musicali ti hanno influenzato per “The Reasons” ?
Buongiorno e grazie per questa occasione.
Le mie radici sono ancorate principalmente ai classici del Death Metal, primi fra tutti Morbid Angel, Deicide, Carcass, Suffocation e ascoltando “The Reasons” penso che la cosa sia evidente.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle tastiere, sempre molto contingentato, ho fatto mia la lezione di Nocturnus, Bulldozer e degli Iron Maiden di Seventh Son of a Seventh Son.
Così come avvenuto nell’album precedente “The Evil Sound of Hidden Demons”, anche in questo caso si possono trovare derive melodiche, sempre utilizzate con parsimonia, frutto della passione per gruppi unici come i Septic Flesh.
– L’incredibile death metal del tuo disco ci riporta agli anni novanta, cosa è stato per te quel periodo ? –
Venivo da anni di Heavy Metal e Thrash metal, dai Judas agli Slayer passando da un universo di nomi più o meno noti e poi nell’89 ascoltai Altar of Madness e tutto cambiò: era la medicina al mio male di vivere.
Mi venne quindi voglia di suonare, ma la pochezza dei mezzi a disposizione (avevo un 4 tracce) e le ristrettezze economiche del periodo universitario mi fecero desistere: mi limitavo a comporre e a mettere da parte riff che ho in parte recuperato in queste due pubblicazioni.
Un brano in particolare, “The Demon Inside”, venne suonato da Andy con l’idea di proporre una demo.
Oggi lo potete sentire sul primo disco.
In compenso iniziai a suonare con i Neophyte con cui feci qualche concerto.
– Nel disco c’è molto occulto, cosa rappresenta per te il mistero ? –
Rappresenta l’acqua per placare la sete del rancore che, mio malgrado, mi consuma da sempre: lì cerco i miei alleati, chi sta al mio fianco, consapevole che mi si potrebbe ritorcere contro, come un cane che azzanna la mano di chi lo nutre.
– La bella ed azzeccata copertina del disco può essere un ingresso per un altro mondo ? –
Si, lo è.
Il disco parla delle diverse ragioni per fare un patto con il Male: puoi bussare, qualcuno o qualcosa ti aprirà e ti proporrà le condizioni.
Dopotutto se è giustizia che cerchi allora ti rivolgerai a Dio o ad un tribunale, ma al demone che vive in me, che sta attaccato alla mia anima come una crosta nera, della giustizia non frega nulla: ragiona di pancia.
Non c’è nulla di buono in questo disco, forse la musica.
La collaborazione con Andy Panigada dei Bulldozer va avanti da anni, cosa vi lega e farete altro insieme in futuro ? –
Ci lega una pluridecennale amicizia.
Quando nell’88 uscì Neurodeliri mi precipitai, su consiglio di Metal Shock, a comprare il disco.
Rimasi folgorato dalle ritmiche serrate ( “Minkions” docet) e da un’atmosfera torbida e tesa che non aveva riscontro in altre band. Avendo letto che il gruppo aveva sede nella mia città, Milano, decisi di contattare Andy per farmi autografare il vinile e così iniziò la nostra amicizia.
Per quanto riguarda il futuro il progetto Meghistos è sempre aperto alle iniziative di Andy, ma voglio appunto che siano sue iniziative: quello che faccio non ha nessuna implicazione legata al business e pertanto tutto può e deve essere libero e spontaneo.
– Ci puoi raccontare come nasce il disco e come fai a far tutto da solo e così bene, se non è un segreto ? –
Paradossalmente molti pezzi sono nati senza suonare, semplicemente immaginandoli e successivamente cercando i riff a supporto.
Poi oggi tutto quello che ti serve è sapere suonare decorosamente, registrare è diventato decisamente più semplice e a buon mercato.
Il lavoro più difficile è stato il mixaggio: non ho una grande esperienza è ho proceduto per tentativi e consigli.
-Grazie per la disponibilità e soprattutto grazie per il disco ! –
Grazie a voi, vi rubo ancora due righe per ringraziare Andrea Soresina e Francesca Donzuso di Hellucination Photography per la grafica e per le foto pazzesche.