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Intervista Fat Gun

Interessantissima chiacchierata con Fat Gun, un rapper che è in giro da molto tempo, che si è fatto le ossa nell’underground e che ha frequentato molti ambienti musicali dall’hip hop al crust avendo suonato nei grandi Disgusto.

Interessantissima chiacchierata con Fat Gun, un rapper che è in giro da molto tempo, che si è fatto le ossa nell’underground e che ha frequentato molti ambienti musicali dall’hip hop al crust avendo suonato nei grandi Disgusto. Dalle sue parole traspare una grande passione e una grande fotta, che lo porta a proporre sempre nuova musica come il suo bellissimo video pubblicato recentemente, intitolato “Pacco” e che mostra molto chiaramente la sua nuova direzione artistica tutta da scoprire.

Ciao ci racconti la storia di come sei diventato Fat Gun ?

Innanzitutto vi ringrazio per lo spazio, non è scontato oggi con i tempi che corrono! Comunque sono passati molti anni quasi non me lo ricordo!!! Quando ho incominciato a fare Rap in cameretta mi chiamavo Lexical Gun (pistola lessicale) poi ho deciso di chiamarmi Fat Gun per la mia mole, diciamo che non sono stato mai una persona magra, questo è per la prima parte del nome, per il Fat, per il Gun invece non c’è nulla di gangster, per me le rime devono essere letali come il colpo di una pistola, devono far male, devono essere indirizzate verso le ingiustizie, ma spesso lo faccio anche come sfogo, è una necessità.

Prima di approdare all’hip-hop quali ambienti musicali hai frequentato ?

Ne ho frequentati diversi, quelli che ho frequentato di più oltre il Rap sono stati il Metal ed il Crust, il Crust è un sottogenere del punk che affronta temi come la guerra, il controllo dei potenti sulle persone, parla di rivolta, nel Crust ho suonato con i Disgusto hc nel lontanissimo 2006.

Perché hai scelto l’hip-hop come forma espressiva ?

Il Rap è solo una minima parte della nobile cultura Hip Hop, sono stato rapito dall’hip hop però effettivamente perché nei video vedevo gente che si rotolava per terra (Breaking) delle persone che facevano Graffiti, un Dj e qualcuno al centro che parlava su questi ritmi e a distanza di tempo mi ricordo che da bambino vidi questo video di Afrika Bambaataa & The Soulsonic Force, il video in questione è Planet Rock, poi mi sono stati regalati quando avevo circa 13 anni diversi cd di Rap italiano, Kaos, Gente Guasta, Kaso & Maxi B oltre ai cd degli Iron Maiden e Black Sabbath e quindi ho scelto tutto questo perché ci sono cresciuto con tutto questo.

Cosa pensi dello stato attuale dell’hip-hop in Italia ?

Penso che l’hip hop in Italia esiste ma non nel mainstream, ma neanche nei ragazzi che incominciano, loro vogliono solamente rappare e basta, non gli interessa della cultura hip hop, della storia, dei principi, della fratellanza, dei valori, di aiutarsi vicendevolmente, è allucinante comunque pensare che l’Hip Hop è una cultura nata nel Bronx l’11 agosto del 1973 e noi oggi ancora ne stiamo parlando! Comunque in Italia lo dico anche ai ragazzi che fanno Rap se volete documentarvi sull’Hip Hop cercate Hip Hopera Foundation su Google è un collettivo di miei fratelli che ne sanno a pacchi su questa cultura.

Nel tuo nuovo video “ Pacco” poni l’attenzione sullo spaccio e sull’uso di stupefacenti che sono molto frequenti nella nostra società, cosa ne pensi  ?

Che purtroppo è una piaga sociale, e il rischio più grande è che sempre più adolescenti né fanno uso anzi abuso, purtroppo quando si è ancora piccoli non si capisce il rischio, il cervello è molto plastico e cambia anche la sua struttura e con le droghe cambia in peggio, poi ultimamente le droghe sono sempre più potenti, il problema è di tipo ambientale se ti ritrovi la droga davanti e tutti gli amici lo fanno tu che fai? Spesso è anche genetico se hai un consumatore a casa per esempio. Andrebbero prese serie politiche di educazione e tutti questi esempi di artisti affascinanti e tossici faranno o hanno già fatto una brutta fine, quindi è anche colpa delle grandi major che fanno passare sesso, coca e gioielli come modello per essere vincenti.

Ci sei cresciuto e ci sei vissuto, cosa pensi della provincia ?

La provincia spesso pecca proprio di opportunità, ci sono poche possibilità di lavoro, di fare musica di creare una rete stabile per quanto riguarda i musicisti, però dal niente esce fuori la creatività ed è per questo che adesso stiamo parlando e faccio musica, la necessità di esprimersi cresce se vieni da un contesto come il mio dove c’è un tabacchi ed un edicola, zero servizi, zero locali alla moda, un bar piccolissimo che vende alcolici di cui spesso abusi il tutto abbinato a “qualche” tiro di coca tra amici.

La droga in provincia può essere una via d’uscita o la trappola definitiva ?

È assolutamente la trappola definitiva le vie sono altre, a meno che non vuoi rischiare la vita o dividerti tra psichiatra e psicoterapeuta, io l’ho capito tardi però l’ho capito.

L’hip-hop è stato sempre associato alle droghe, è un rapporto vero o è una falsità ?

E’ una falsità, quando è nato l’Hip Hop a cavallo tra il 70 e l’80 le droghe, l’alcool e anche il tabacco non erano concepiti se eri un membro di quella cultura. Oggi invece è l’estremo opposto, fa figo drogarsi e mostrare le pistole, l’Hip Hop però è un movimento contro la violenza.

Come componi le tue liriche ?

Metto un beat, un mood che mi ispira e incomincio ad immaginarmi delle storie oppure dei sentimenti che in quel momento sento di dover esprimere, do una metrica al mio rap quindi un ritmo alle frasi scandite sui colpi della batteria, comunque il mio modo non è sempre lo stesso dipende anche dalla giornata, i giorni non sono tutti produttivi!

Il video del singolo “Pacco” è molto originale , come è stato realizzato ?

Ho scelto di fare un’animazione perché comunque mi piacciono molto è un gusto personale, mi piace il materiale disegnato, però in futuro c’è in mente di fare qualche video che mi ritrae, anche se ci vuole molto tempo, impegno ed un videomaker che ti soddisfi, anche se ormai basta uno smartphone delle idee valide e puoi comunque fare un buon video.

Rispetto ad anni fa la musica e la sua fruizione è molto cambiata, come ci si può far notare in un’epoca con poca attenzione ?

Bella questa! Purtroppo l’attenzione e la motivazione delle persone è molto labile, le persone hanno tanti stimoli sui social, forse troppi, il live invece rimane ancora oggi una delle alternative migliori per crescere e costruire rete.

Progetti futuri ?

Ho tante cose in ballo, la Puglia dove attualmente risiedo è in grande fermento e si respira ancora tanto Hip Hop, mi esibisco spesso con la mia compagna che è una veterana della scena pugliese LadyCatFree, e per l’affiatamento sul palco si sta pensando anche ad un progetto insieme.

Grazie

 

 

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