INTERVISTA MICHELE BORGOGNI.
Abbiamo avuto la fortuna di fare due chiacchiere con Michele Borgogni, scrittore aretino di weird, fantascienza, ma soprattutto cantore di storie belle, interessanti e che nascono spesso dal nostro quotidiano, che è già molto weird di suo. Fra i suoi libri, tutti auto prodotti insieme alla sua squadra, “Kebabbari contro alieni”, le raccolta ucroniche di “Europa nera”, “ Pezzi di vetro”, “Terror supermarket” che abbiamo recensito recentemente, “Sangre”, “Game,set, T-Rex” ed altri, tutti da scoprire. Michele, oltre ad essere uno scrittore di talento, è di una cortesia e voglia di spiegare incredibili, questa intervista è un piccolo tesoro e lo ringraziamo tantissimo.
Ciao come ti avvicini alla scrittura ?
In realtà le storie Hanno avuto una grande importanza per me fin da quando ero bambino
So che può essere una risposta stereotipata, però ho sempre sentito la necessità di inventare storie, spesso anche per parlare di argomenti che mi stanno a cuore dietro la maschera dell’assurdo, del fantasioso, dello strano o dell’orrorifico.
La prima storia che ricordo di aver scritto era una specie di sequel dell’Odissea, nella quale il povero Ulisse era costretto ad affrontare altre fatiche, che in origine doveva essere dodici, poi sono diventate 10 e infine 7 per rientrare nei tempi ristretti di un compito in classe di italiano alle elementari.
Intorno ai 14 anni poi ho scoperto Lovecraft, Stefano Benni, Douglas Adams, Terry Pratchett, Isaac Asimov…
Autori dei quali ho letto tutto e che hanno influenzato e continuano a influenzare la mia fantasia anche adesso.
Poco dopo i vent’anni ho avuto un primo approccio con la editoria, ho scritto racconti, articoli su riviste, recensioni, persino un libro di ricette su commissione. Così ho scoperto che il mondo della scrittura era molto diverso da quanto mi aspettassi, lo scotto mi ha fatto prendere una pausa di una decina di anni durante la quale ho scritto solo per me e pochi intimi, principalmente attraverso il mio blog.
Infine, prima l’incontro con il collettivo di scrittori di I Love Zombie, poi la scoperta di autori indipendenti di qualità (come Alessandro Girola e Andrea Berneschi), mi hanno convinto a riprovarci… E diciamo che in particolare dal 2020 a oggi mi sono buttato a capofitto nella scrittura.
Sarebbe bello leggere il tuo sequel dell’Odissea, ma tornando alle cose più attuali, dopo aver scoperto che il mondo della scrittura, come quello della musica per rimanere su quelle realtà di cui ci occupiamo qui, era molto diverso come ti sei messo in proprio ? Quali sono gli strumenti per potersi auto produrre e auto pubblicare un libro, un romanzo o altro ?
Riguardo al sequel dell’Odissea vorrei rileggerlo anche io, chissà che fine può aver fatto 😀
Diciamo che secondo me l’obiettivo per chi si auto produce deve essere quello di fare uscire un prodotto indistinguibile (se non migliore) rispetto a quello dell’editoria tradizionale
Personalmente fin dall’inizio ho lavorato con illustratori per la copertina (in particolare Chiara Leidi, che ha realizzato quasi tutte le cover dei miei lavori indipendenti) e con correttori di bozze. Poi quando ho cominciato ad avere un piccolo seguito anche con editor professionisti, in particolare Ottavia M. Corazza e Germano Hell Greco.
Io mi sono avventurato in questo mondo soprattutto seguendo l’esempio di persone più brave ed esperte di me, ma esistono anche molti manuali e guide sull’editoria. In generale consiglio di non fidarsi mai di chi propone formule facili per il successo e di studiare il mercato editoriale prima di gettarsi a capofitto.
Auto pubblicare è facilissimo. Fin troppo. Possono farlo davvero tutti. Auto pubblicare BENE è un’altra cosa, soprattutto in un mercato editoriale nel quale anche le piccole e medie case editrici spesso fanno uscire libri raffazzonati, senza editing, improponibili.
Come hai citato tu altri scrittori italiani, c’è un movimento italiano di nuovi scrittori che sfruttano l’auto pubblicazione e bene, mettendo le loro opere in rete principalmente e ovviamente devono fare un altro lavoro per sostentarsi ma che fanno cose di altissima qualità come le tue. Un certo senso del fantastico è tipicamente italiano o è una coincidenza questa nuova scena ?
Intanto grazie per il complimento. Alessandro Girola è un modello oltre che un amico, soprattutto all’inizio mi ha aiutato molto.
Per rispondere… Voglio essere molto onesto. Mi piace pensare che ci sia una piccola scena italiana, lo vedo in contesti come la fiera Marginalia, dove autori indie e editori tradizionali convivono e si supportano a vicenda. Ora non voglio dire che non esistano gelosie, paranoie, antipatie, idiosincrasie… Ma il grosso della scena è felice di collaborare, di ritrovarsi e anche di influenzarsi. Il problema semmai è che la scena è molto piccola. Con un paio di eccezioni (Ignoranza Eroica e Girola) i volumi di vendita sono ancora bassini, quindi considerare la scrittura un lavoro esclusivo è impensabile.
Poi, non so se esiste una “via italiana al weird”. Nel mainstream ci hanno in parte provato e non è andata benissimo. C’è un autore come Luigi Musolino (ormai di caratura internazionale) che ha cercato e trovato una propria poetica personale riconoscibilissima. Ci sono Besana, Corigliano, Marra, Spirito, Cicali, ognuno con proprie caratteristiche anche molto diverse. C’è una bella scena adult fantasy in forte fermento. C’è una bella serie di pubblicazioni della Acheron, che sul fantasy (e non solo) italiano ha puntato forte per anni. C’e tanto fermento tra autori di confine tra fantascienza, weird, distopico, horror, pubblicati da case editrici come Moscabianca e Zona 42 (Viscusi, Guerrieri, Martinelli…) Forse mancano ancora delle caratteristiche distintive davvero riconoscibili. Non so se augurarmi che succeda in futuro.
Infatti come lettore ritengo che sia un ottimo periodo per il fantastico diciamo underground in Italia come dici tu, grazie anche a scrittori come te e a opere come la raccolta “Europa nera” che hai realizzato in collaborazione con Andrea Berneschi, raccolta di racconti ucronici veramente incredibile, come è nata?
Da adolescente ho scoperto i libri di Invasione e Colonizzazione di Harry Turtledove, una saga nella quale alieni arrivano a tentare di invadere la terra nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. La lettura mi ha affascinato tantissimo, da lì ho cominciato a pensare alle ucronie, un genere letterario che amo molto, soprattutto quando Ibridato con fantascienza, fantasy, weird e horror. Turtledove l’aveva fatto con gli alieni, Sine Requie e tanti film ci hanno messo di mezzo gli zombie… Mancavano le “entità lovecraftiane”, ci abbiamo pensato noi 🙂
Uso volutamente le virgolette perché come forse chi ha già letto i racconti avrà capito, in Europa Nera la prospettiva è diversa. Ma per intenderci…
Con lo spunto iniziale pronto, ho pensato a come fare a trovare uno svolgimento diverso: non mi interessava tanto la guerra “uomini contro mostri”, l’hanno già scritta in tanti
Così mi è venuto in mente di costruire una serie di racconti che esploravano la storia del Novecento, la guerra fredda, I rapporti tra superpotenze, in questo nuovo mondo distopico e “nero”
La collaborazione col Berneschi è stata fondamentale per tirare fuori tutte le potenzialità dell’ambientazione. E visto che ci piacciono i progetti collaborativi, abbiamo coinvolto prima Francesco Primitivi, poi nel secondo volume anche Antonio Pilato e Simone Cicali. Ci sarà anche un terzo e conclusivo volume che uscirà entro qualche mese, nel quale forse coinvolgeremo un altro autore piuttosto noto ma che non ha mai scritto niente di simile.
Infatti è una raccolta tutta da leggere, grazie per l’ anticipazione sul terzo volume. Oltre a queste raccolte tu hai spaziato in tantissime ambientazioni e temi diversi, da dinosauri tennisti a kebabbaro e alieni, wrestling e tanto altro. A quali opere sei maggiormente affezionato e quali sono state le tue ispirazioni per queste opere ?
A volte mi hanno detto che dovrei concentrare le mie forze sull’horror o sulla fantascienza umoristica e lasciar perdere il resto “per non spiazzare il lettore”, e chissà forse commercialmente sarebbe anche una scelta vincente… Ma la verità è che mi annoierei se scrivessi sempre la stessa cosa! “Kebabbari vs Alieni” è nettamente la mia opera più venduta ed è un omaggio a uno dei libri fondamentali per la mia formazione: la “Guida Galattica per Autostoppisti”. Se devo citarti i miei preferiti, stilisticamente sono di sicuro Sangre, un pulp/noir con protagonista un vecchio wrestler, un po’ alla Joe Lansdale, e Pezzi di Vetro, un weird horror surreale nel quale ho messo molto del mio intimo, pur essendo una storia prettamente al femminile. Poi c’è “Terror Supermarket”…
Nel tuo blog Spaghetti Weird che è anche un cane YouTube recensivi anche dischi musicali, quali sono i tuoi suoni preferiti?
In passato ho recensito album heavy metal per qualche webzine, il mio mondo di riferimento è quello. Ho da sempre una adorazione per i Motorhead, che insieme agli Slayer mi hanno regalato le più belle esperienze dal vivo. Poi mi piace spaziare, rimanendo sempre in ambiti abbastanza classici: dai Led Zeppelin ai Nevermore, dai Rush ai Testament, dai Rainbow ai Death.
Qualche gruppo ti ha ispirato alcune delle tue scritture ?
Purtroppo non seguo molto la scena contemporanea, è un mio limite da vecchio frequentatore della scena 🙂
In “Kebabbari vs Alieni” la musica è protagonista: uno dei personaggi suona in un gruppo grindcore e gli Obituary hanno un ruolo fondamentale nella trama. Ma c’è anche Tony Dallara!
E anche in Game, Set, T-Rex ci sono scene chiaramente scritte con in testa il Glam Metal di fine anni ’80, Motley Crue e Guns su tutti.
Ritornando all’autoproduzione, quali sono i modi migliori per promuoversi ?
Se lo scopri dimmelo, interessa anche a me!
Scherzi a parte, probabilmente il modo migliore sarebbe creare tantissimi contenuti diversi, offrendo ai lettori tanti lati di sé. Ovviamente questo non sempre è possibile, soprattutto per chi deve far coesistere la passione della scrittura e gli impegni della “vita reale”. Gli unici tre consigli che mi sento di dare sono di non fingere di essere diversi da quello che siamo, non aver paura del confronto con gli altri autori e di mettersi alla prova anche con la vendita dal vivo, in fiere e eventi letterari, che consentono di entrare in contatto con tanti lettori che sui social non raggiungeremmo mai.
Quindi c’è vita oltre ai social?
C’è vita soprattutto fuori dai social!
Quando sei nella vita quotidiana pensi sempre a possibili ispirazioni o la tua mente ragiona normalmente?
È una bella domanda. Mi verrebbe da rispondere che la mia mente non ha mai ragionato normalmente, forse è per questo che mi è sempre venuto naturale inventare storie. Mi piace notare strane connessioni tra fatti apparentemente non correlati e da lì far viaggiare la mia fantasia. Cercare ispirazioni in maniera attiva invece è una cosa che non mi è mai riuscita troppo bene. Non sono tra quelli che si mettono di fronte al foglio bianco e si impongono di scrivere qualcosa. Se l’idea non c’è già, nel mio caso non è così che arriva.
Oltre al terzo volume di “Europa nera” ti stai dedicando ad altro ?
Tra pochissimi giorni uscirà “Hallucigenia”, una antologia nata da un’idea di Andrea Berneschi alla quale ho contribuito con un racconto e con l’editing di alcune storie. È un progetto bellissimo, diciotto tra i migliori autori italiani alle prese con l’idea di fantasy più libera, psichedelica, surreale che possono immaginare. Insieme a noi ci sono notissimi del fantastico italiano come Viscusi, Corigliano, Torna, Stancampiano, Smojver, qualche giovane di grandissimo talento come Dell’Oglio, Toniolo, Parisi, persino una leggenda della psichedelia italiana come Gianni De Martino, uno che ha pure una pagina su Wikipedia a suo nome! La copertina è di Davide Bart Salvemini, a mio parere uno dei migliori illustratori italiani, con all’attivo lavori per Mondadori.
Sempre a brevissimo uscirà un’altra antologia alla quale ho contribuito con un racconto, questa volta per una casa editrice indipendente molto attiva e conosciuta, una realtà che mi piace tantissimo, ovvero Cronache Ribelli. L’antologia, “Zanne”, avrà come tema la ribellione degli animali all’uomo, e per l’occasione ho scritto un racconto strano, quasi cyberpunk, diverso dai miei soliti.
Infine, sono al lavoro su una novella fantasy abbastanza standard come ambientazione, ma per la quale spero di tirare fuori uno stile un po’ diverso da quello che si abbina tradizionalmente al genere. Di idee ce ne sarebbero anche tante altre, ma per adesso penso sia sufficiente 🙂
Grazie per le graditissime anticipazioni. Un’ultima domanda se si può : quale è un libro che ti piace e di cui vorresti fare un tuo rimaneggiamento, un remix diciamo ?
Ho una passione per Joe Lansdale, ti voglio citare i romanzi di Hap e Leonard… Prima o poi mi ispireranno qualcosa!
Grazie ancora a Michele, cercate i suoi romanzi, i libri e le case editrici che ha citato, ne sarete felicissimi. Questo il suo sito per rimanere informati sulle sue novità e le cose uscite : https://www.cumbrugliume.it/