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Intervista Stefano Giannotti

Stefano Giannotti, musicista e insegnante, condivide la sua passione per la musica e il progetto dell'Orchestra SMS. Scopri l'intervista emozionante!

Semplicemente la più bella intervista che ho avuto la fortuna di fare, l’intervistato è Stefano Giannotti insegnante di musica, musicista e tantissimo altro, che abbiamo conosciuto recensendo il debutto discografico dell’Orchestra SMS, un bellissimo progetto che coinvolge ragazzi e ragazze usando la musica come bellezza e veicolo di libertà. Stefano ci apre mondi con le sue parole, trattando la musica con un amore che è commovente, dandoci diverse chiavi di lettura, davvero interessanti. Un grazie immenso a lui e all’Orchestra SMS, ascoltateli e sarete più liberi.

Ciao Stefano, innanzitutto grazie mille per la tua disponibilità e cortesia, sei un musicista e insegnante dalla carriera ricchissima e dalle tantissime esperienze, come ti definiresti ?

Ciao Massimo, molto piacere di essere intervistato da te per In Your Eyes ezine.

Mi definirei un artista intermediale, un termine che non amo molto, ma che forse spiega bene il contesto in cui mi muovo. Sostanzialmente sono un musicista, da giovanissimo ho studiato chitarra classica e successivamente ho preso il diploma di composizione al conservatorio di Lucca, la mia città, molti anni fa, ma da sempre ho cercato di portare il respiro ed il ritmo musicale all’interno di altre discipline, teatro, video, radio, arti visive, ecc.

Qui ti abbiamo riconosciuto per il tuo debutto con l’Orchestra Scuola di Musica Sinfonia, d’ora in poi Orchestra SMS per comodità, un’esperienza che hai fondato e che stai facendo crescere notevolmente, ce ne puoi parlare ?

L’Orchestra SMS nasce un po’ sulle ceneri della Vaga Orchestra un gruppo precedente fondato presso la Scuola Civica di Musica del Comune di Capannori negli anni 90, con cui, oltre ad un repertorio rock/pop inglese-italiano suonammo anche alcuni brani miei, confluiti poi nel CD La città sonora del 1997. Lasciata questa scuola, nel 2010 mi sono trovato ad insegnare teoria e solfeggio alla Scuola di Musica Sinfonia di Lucca, e pian piano ho creato dei laboratori di musica dove far suonare a ragazzi, in genere molto giovani, canzoni che amo da sempre, dai Genesis ai Pink Floyd, da Bowie a De André e Battisti. Il primo brano che però segna abbastanza nettamente l’inizio di questo gruppo è stato Echoes dei Pink Floyd, nel 2014 (brano che già suonavamo con la precedente orchestra); il risultato era molto buono, considerando l’età generale attorno ai 14-15-16 anni. A quel tempo portavo avanti il mio ensemble OTEME – Osservatorio delle Terre Emerse, eravamo già al secondo CD, e pensai di chiamare l’orchestra Laboratorio OTEME, ovvero un laboratorio studentesco in cui formare musicisti da inserire successivamente nell’altro gruppo. In realtà mi accorsi subito che questo nome confondeva le acque; così nel 2018 decidemmo per Orchestra SMS, essendo ormai diventato un gruppo autonomo, con un’identità ben marcata. In repertorio avevamo molta musica abbastanza rara, da Miseri habitator, un brano rinascimentale di Anton Giovanni de’ Bardi a On the Way to Okhlaoma dei Residents, da Da Oriente a Occidente del Battiato sperimentale a Lullaby for Hamza di Robert Wyatt, passando per Let the Children Play di Santana e anche canzoni più conosciute come Heroes e Biko. Inoltre c’erano diversi brani strani che combinavamo a volte nelle performance come Whatsdown per voci, strumenti e telefoni cellulari, scritto da me, e anche alcuni pezzi scritti da alcuni dei ragazzi stessi. Un anno proponemmo anche Clapping Music di Steve Reich e una parte di In C di Terry Riley.

Insomma, un laboratorio a 360 gradi dove l’importante era far musica, senza barriere culturali, tabù e via dicendo. L’altro punto fondamentale era che volevo fortemente un ensemble di strumentisti che cantano. Così abbiamo lavorato per molti anni sulle voci, pensa che diversi di loro, che senti sul CD mai avrebbero pensato un giorno di essere in grado di cantare dal vivo.

Ad un certo punto, essendosi consolidato lo zoccolo duro, soprattutto nel periodo del covid, dove abbiamo creato davvero legami interpersonali forti, mi sono chiesto se non fosse il caso di cominciare a pensare ad una registrazione seria, professionale, anche considerando che ogni tanto qualcuno abbandona il gruppo, magari perché ha terminato il liceo, o cambia vita, o semplicemente si stanca; allora è importante che rimanga la memoria di un lavoro così lungo negli anni.

E così è nato il CD Musica sparpagliata.

Tu hai conosciuto la musica in tantissime forme, cosa pensi dei nuovi modi di fruire della musica ?

Purtroppo la mia opinione su questo punto conta poco… Penso che la musica, come tutte le altre arti, abbia bisogno di un tempo naturale di fruizione. Se ogni 10 secondi siamo distratti da qualcos’altro da fare, si crea un disturbo mentale di cui purtroppo non ci rendiamo conto. Io amo i brani lunghi, i libri lunghi, i film lunghi… ma sono di una generazione antica. Ho comunque provato in questi anni a creare anche forme molto corte – che se ragionate trovo ugualmente affascinanti; un esempio che cito spesso: uno di questi video, Formiche, caricato 14 anni fa su Youtube ha ottenuto ad oggi oltre 261.000 visualizzazioni, 810 pollici alzati e diversi commenti, tutti favorevoli; il video è molto divertente; contentissimo, vado un giorno a controllare gli analytics e scopro che il tempo medio di visualizzazione è di 35 secondi; ti rendi conto? Un video divertente di un minuto ha una visualizzazione media di 35 secondi, questo significa che un visitatore non riesce a stare nemmeno 1 minuto su un video (ripeto, divertente).

Ecco, questo ti fa capire cosa penso della fruizione della musica e dei contenuti in generale oggi. Cinicamente… Musica sparpagliata piace anche perché contiene brani già conosciuti; ho prodotto molti CD di musiche mie con OTEME in questi ultimi anni e al di là della validità delle proposte, non hanno avuto la stessa attenzione dell’Orchestra SMS; e questo è il secondo punto di cui discutere; quanto è disposto oggi un fruitore di arte ad uscire dalla sua comfort zone? Quanto è disposta una persona media, soprattutto giovane ad ascoltare cose che non conosce? Per un tempo mediamente lungo?

Non vedo soluzioni; l’unica, almeno alla mia portata, è appunto quella di creare ensemble di giovani e giovanissimi, a cui far suonare musica interessante, persone da coinvolgere direttamente in progetti; se non faccio così, sarà difficile trovare nella gente un’attenzione maggiore di pochi minuti o addirittura secondi. E questa è un’azione politica…

Ascoltando il disco dell’Orchestra SMS si sente una fortissima libertà musicale, canzoni scritte benissimo da maestri della musica eseguite molto bene dai ragazzi, come hai riarrangiato i brani ?

Arrangiamento e composizione vanno a braccetto; quando arrangio un brano dimentico di non averlo composto io. In questa situazione a rendere più affascinante il lavoro è la sfida di riscriverlo per musicisti non-professionisti, per organici strabici, che non hanno una logica timbrica classica; non si parla di chitarra – basso – tastiere – batteria, né di fiati – archi – percussioni, o altri organici conosciuti, bensì di quello che trovo a disposizione, sia come insieme, che come capacità dei singoli componenti; la sfida che mi pongo allora è: come far suonare bene un tale ensemble? Bene, non solo strumentalmente, ma anche interpretativamente? Come rendere unico questo progetto? Le risposte stanno intanto nella scelta di repertori che nessuno si sognerebbe mai di evocare; non è difficile prendere Wish You Were Here o Michelle, Stairway to Heaven o Con il nastro rosa; ma a chi può interessare? Sì, certamente, forse a tutti, ma quante versioni di questi brani ci sono in giro? Quante interpretazioni di Beethoven sono possibili – dico, che lascino il segno? Ecco, secondo me, pochissime, anche considerando che il musicista più idiota oggi è mostruosamente bravo; allora un progetto di musiche meno usate, o più aperte, va a stuzzicare maggiormente la fantasia, sia mia che dei vari fan-club; a questo aggiungiamoci il valore educativo, in riferimento anche a quanto detto sopra a proposito della fuizione…

Allora ecco che invece di Wish You Were Here risvegliamo Sysyphus da Ummagumma, il disco più rinnegato dai Pink Floyd; riportiamo alla luce la Third ear Band, i Young Marble Giants, il Battiato dimenticato, il Battisti più ostico, ecc…

Scendendo invece nel dettaglio, i suoni e la metodologia di arrangiamento sono molto personali, le ritrovi in molti miei brani con OTEME; particolarmente interessante è stata la lavorazione di Sysyphus: dopo una prima versione che ne rispettava la struttura, ma che essenzialmente era interamente improvvisata, ho pensato di agire come Ravel sui Quadri a un’esposizione di Mussorgskij: ovvero, creare una vera e propria riscrittura per questo organico, tirando giù a orecchio le parti di piano improvvisato di Rick Wright e riorchestrandole; quando ho sentito il risultato mi ha emozionato molto scoprire di quanto Wright fosse più classico di quello che appariva; le improvvisazioni di piano nel primo movimento, arrangiate per fiati, violino, corde, voci, percussioni, senza manipolazioni elettroniche ricordano Prokofiev, Bartok, Ravel, così come Ornette Coleman e Cage… impressionante davvero; allora ho capito che quella era per noi la via giusta. Solo per questo pezzo ci sono voluti circa sei mesi.

Un altro esperimento interessante è stato quello compiuto su Memory of a Free Festival di Bowie; da diversi anni suoniamo questo brano, ma mai mi ha convinto totalmente; in alcuni concerti lo abbiamo eseguito sostituendo l’organo con i fiati e il violino, per terminare sempre con la festa, che realizzavamo con una piccola azione con palloncini, scherzi e risate prima di partire con il classico finale; e dal vivo funziona, la gente batte le mani ritmicamente ed è un gran finale… però… su disco non può funzionare; una tale soluzione è da boy-scout, oggi… prevedibile, inascoltabile… allora ho pensato a sostituire il Rosendale con un clavicembalo, neanche troppo accordato, aggiungere un basso elettrico e la voce; la festa diventa una specie di amnesia, come una chiazza oscura davanti agli occhi; poi un carillon suona il Can-Can e inizia il giro sull’ostinato al basso, un giro che però è leggermente dissonante; sembra quasi un barocco fuori forma sul basso originale che diventa un basso continuo; una ad una le voci entrano con il refrain The sun-machine is coming down, ma i ragazzi le hanno registrate senza ascoltare in cuffia la voce dell’altro; il risultato è stato sorprendente; la mia interpretazione spinge sul verso and we went back to the road, unchained, “tornammo sulla strada senza catene”; ecco, ho pensato alla gente che dalle loro case o addirittura grotte, tornano fuori, cauti, un po’ azzardando, finalmente liberi da qualche potere maligno, magari un dittatore… il carillon si scarica progressivamente, le voci si dissolvono… morte? Però in fondo rimane la bambina con la bella vocina esile, lasciando il finale aperto…

Purtroppo in questi tempi difficili nei quali viviamo i ragazzi vengono criticati per i loro comportamenti e il loro modo di vivere, ma il tuo lavoro è una testimonianza vivissima di cosa si possa creare con loro, e per loro…

Se non si offre una politica culturale di livello si ha uno stato che va a ramengo. Si devono semplicemente investire più soldi in cultura. I giovani sono molto vivi, ma li devi coinvolgere, devi loro spiegare e rendere partecipi. Devi loro far fare cose e renderli responsabili; e la mia esperienza mi dice che devono essere cose non troppo difficili, ma un po’ più difficili di ciò che sanno fare, per evitare appunto la comfort zone. E questo in continuazione.

E’ incredibile la forza e il vigore di questo disco di debutto, come avete lavorato ?

Facciamo generalmente 2 prove al mese presso la Scuola di Musica Sinfonia. Scrivo loro le parti e la partitura per me. Non appena si entra in sala, la prima cosa è lo scaldamento voci, anche per i pochi che non cantano. Poi si lavora a sezioni; tutti devono ascoltare e rispettare i tempi dell’altro; i chitarristi li ho più sotto mano perché vengono a lezione di strumento, gli altri a volte si avvalgono della collaborazione dei propri insegnanti; comunque… se proviamo la sezione fiati, gli altri devono avere pazienza e ascoltare, e così per tutti i sottogruppi; a volte si lavora più con alcuni che con altri, ma la regola è saper ascoltare. Poi si suona tutti assieme. A quel punto i musicisti, avendo ascoltato gli altri, hanno una maggior coscienza del brano.

Per il disco abbiamo registrato alcuni strumenti in studio, al Jambona Lab di Livorno, tipo, l’insieme delle chitarre, qualche pianoforte e la batteria, dunque alcuni insiemi e alcuni singoli.

Poi abbiamo ripreso il resto al mio studio casalingo, strumento per strumento, riascoltando in cuffia gli altri. Alcuni pianoforti e in clavicembalo li abbiamo registrati a scuola, con metronomi in auricolare, senza ascoltare gli altri (ma tieni conto che i ragazzi conoscono benissimo i brani e che sono abituati a suonare sempre insieme). Alla fine ho fatto il missaggio al mio studio e lo abbiamo ritoccato a Livorno, dove il sound-engineer Antonio Castiello, insieme ad Aldo De Sanctis ha effettuato il mastering finale. In tutto ci sono voluti quasi 2 anni, che secondo me è il tempo giusto per la creazione di un disco simile (è il tempo che ho impiegato per ogni disco di OTEME, fatto essenzialmente da musicisti professionisti).

La musica come fluido e terapia per l’anima come è possibile che non venga insegnata nelle scuole dell’obbligo in maniera adeguata ?

Questo è un altro capitolo enorme. Non so. Ti darei quasi una risposta provocatoria e controcorrente; se i programmi che si fanno sono sempre i soliti direi quasi che è meglio così, ah ah.

Scherzi a parte.

Da noi a Lucca (ma credo anche in altre città d’Italia) abbiamo progetti musicali alle elementari, tra l’altro spesso tenuti dagli ottimi docenti di Sinfonia, come insegnanti esterni, poi le medie musicali, poi il Liceo Musicale in cui ho insegnato per otto anni, e infine il conservatorio che da pochi anni è diventato università. Un meccanismo perfetto, che non fa acqua.

Ma…

È vero che la qualità globale tecnica dei musicisti è aumentata; sono in tantissimi gli studenti, la maggior parte bravi, però manca la parte culturale; in realtà manca quel senso di mancanza che avevamo da giovani e che ti spingeva ad aver più curiosità. Quando frequentavo il liceo scientifico, negli anni 70-80 ero in una classe di ragazzini illuminati; ho conosciuto grazie a tre o quattro di loro (non musicisti, ma appassionati) Third Ear Band, Steve Reich, Brian Eno, Robert Wyatt, Doors, Tangerine Dream, Zappa, ecc. Leggevamo riviste come Ciao 2001, Popster, il Mucchio Selvaggio, ecc. andavamo ai concerti, a volte anche a Firenze con i genitori abbastanza arrabbiati che dovevano aspettarci fuori fino magari all’una di notte, con la scuola il giorno dopo; Ecco, oggi non vedo una tale passione, né nei musicisti, né negli amatori; devo combattere spesso con i miei ragazzi, i più giovani, per far loro ascoltare le versioni originali dei brani che andremo a suonare. Poi lo fanno, ma mi chiedo come sia possibile che molti non prendano l’iniziativa da soli. Allora mi chiedo se il problema è che la musica non viene insegnata adeguatamente nelle scuole dell’obbligo o se il vero problema sta altrove; d’altra parte a smentire ciò che dico, sta anche il fatto che diversi ragazzi hanno i genitori della nostra età e spesso alcuni contenuti passano attraverso loro; giorni fa Renè Bassani, il nostro mitico negoziante di dischi a Lucca (Sky Stone & Songs) mi dice: “ma lo sai che stamani è venuto un ragazzo di 14 anni e ha comprato il vinile di In the Court of the Crimson King”?

Insomma è difficile dare una risposta univoca. Oggi in realtà si fa molta musica, l’obiettivo sarebbe quello di far sì che un giorno anche il fruttivendolo, il medico, il commercialista e il falegname possano usufruire di strumenti di analisi critica nella musica e nelle arti in genere. Ma – tornando a quanto sopra – se il tempo massimo di attenzione è di 10 secondi…

In sostanza io credo che si dovrebbe far di meno e farlo meglio.

Il suono, la melodia e la creatività ti accompagnano da tutta la vita, quali sono i tuoi attuali campi di lavoro e anche progetti futuri?

Mi muovo in diversi campi paralleli; il principale è quello delle produzioni di opere radiofoniche per diverse radio di stato tedesche, lavori a metà fra radio-dramma e radio-sperimentale, di cui creo tutto, dalle storie alle sceneggiature dalle musiche alla regia; in altre parole, è un po’ come se fosse cinema (un po’ sperimentale) senza immagini, totalmente affidato all’orecchio. Lavoro in questo campo da circa 30 anni, ed ho prodotto moltissimi lavori, alcuni diventati anche abbastanza famosi (in quel piccolo circuito).

Radio-Arte

Ho poi scritto molte canzoni e musica da camera, ma in genere per il gruppo OTEME – Osservatorio delle Terre Emerse, progetto andato avanti una decina di anni, un ensemble misto di voci, fiati, chitarra, basso batteria e strumenti strani (in pratica, come dicevo sopra la versione professionale dell’Orchestra SMS).

http://oteme.com/

Lavoro dal 1997 saltuariamente, ma in questi ultimi anni più frequentemente, con il coreografo Roberto Castello presso SPAM!, associazione di teatro-danza con cui produciamo eventi molto ibridi, tra musica, drammaturgia, danza e altro. In quell’ambito abbiamo fondato recentemente l’Enganzibao Dance Orchestra (di cui fa parte ad esempio anche Marco Bachi della Bandabardò), ensemble di musica totalmente improvvisata, ma atta a far ballare la gente. Ho anche creato diverse musiche per spettacoli teatrali sia di Roberto, sia di altre compagnie.

Da molti anni porto in giro un progetto modulare di solo-performance con oggetti, giocattoli, piccoli strumenti, qualcosa tipo one-man-band, rigorosamente acustico, senza loop-machine o elettronica, a parte l’amplificazione.

Stefano Giannotti/Orchestra.G: FRITTO MISTO - Mixed Fry (2021)

CANZONI NATURALI (October 14th, 2017)

Dal 2003 ho iniziato anche diversi progetti di video-arte, che produco da me, a volte in combinazione con la necessità di creare video-clips per il miei lavori musicali, a volte totalmente autonomi (ad esempio nel 2007 ho creato un video sperimentale a metà fra documentario antropologico e video-arte su piccoli paesi nelle campagne di Taiwan, successivamente il ritratto di una ex città mineraria polacca, più diversi video-collage surreali sul tempo presente).

Ciò che faccio molto poco è comporre musica da camera o orchestrale per altri. Finisce sempre molto male; non suonano la tua musica, se lo fanno la suonano male. Allora preferisco tirare su i miei ensemble, così posso monitorare il lavoro da vicino.

Video

L’Orchestra SMS farà dei concerti ?

Facciamo tutti gli anni 2-3 concerti, generalmente a scuola o in altre sedi a Lucca con l’Associazione Musicale Brunier, che anche ci supporta come la scuola. A volte capita di suonare anche in zone limitrofe, ad esempio il 3 maggio saremo all’Antisalotto Culturale di Firenze… ma muovere una macchina come gli SMS non è facilissimo, attualmente siamo in 17, molti hanno esami all’università, altri sono al liceo, qualcuno lavora già, insomma, è un gruppo essenzialmente creato per diletto. Inoltre suonare dal vivo comporta un carico di burocrazia non indifferente, non siamo costituiti in associazione al momento, dunque anche per le agibilità dovremmo diventare pazzi. Al momento è così, in futuro vediamo… Ma abbiamo il nostro pubblico che viene a scuola per i nostri concerti, facciamo sempre il pieno, e spesso viene anche gente da fuori Lucca.

Un musicista come te, ha finalmente un bel sito fatto in maniera chiara e molto fruibile che fa viaggiare nel tuo universo musicale, quindi niente social e quindi una comunicazione più lenta ma più profonda ?

No, a dire il vero utilizzo molto i social, soprattutto FB. Pensa che i due ultimi video che ho creato – Instant Scapes e The Remixed City sono stati due esperimenti su come creare continuità e visualizzazioni con video brevi pubblicati 2-3 volte alla settimana sia su FB che su IG.

Non sono contrario ai social, è solo che cerco di utilizzarli in maniera creativa, cioè non per litigare su Israele e Palestina o tanto peggio per pubblicare la torta fatta da mia moglie. Devo anche dire che in questi ultimi anni i social mi ispirano molto per i testi che scrivo per le opere radiofoniche. Ad esempio sto proprio realizzando adesso un lavoro per la SWR (radio statale di Baden-Baden), intitolata New Age, dove la stupidità e assurdità della gente diventa proprio materiale contenutistico, e FB e IG sono pieni di ispirazione… insomma anche Zappa faceva una cosa simile, anche se all’epoca non c’erano i social.

Il sito però è un’altra cosa, è la tua biografia, è un po’ la tua storia… i social sono la distribuzione.

Non ho tabù nell’usare i mezzi che sono a disposizione; realisticamente un artista se vuole campare deve capire bene la propria epoca e oggi noi abbiamo questi mezzi, che però producono anche i famosi 10 secondi di attenzione; di quello mi curo fino ad un certo punto, anche perché ho scoperto, sempre dagli analytics che i miei video di 10 secondi hanno una media di 6 secondi di visualizzazione; allora ad un certo punto lasci perdere, pensi che comunque non devi per forza arrivare a tutti, scegli il tuo pubblico. Sono in procinto di creare il sito nuovo e con la creatrice stiamo appunto discutendo del fatto che non voglio assolutamente una navigazione fantascientifica, interattiva, semplicemente un sito come un libro, dove sia semplice navigare, in base ai contenuti, le opere, senza grafica invasiva e finestre che si aprono da sé fuori controllo.

In altre parole, vanno bene sia la comunicazione lenta e profonda, sia quella veloce da attacco mediatico. Sono mezzi, non fini. L’importante è il risultato in questo senso.

Con quale musicista o musicisti vorresti collaborare insieme all’Orchestra SMS?

Sarebbe bello aver la possibilità di far collaborare i ragazzi con qualche nome storico. Con OTEME nel 2020 sono riuscito a portare nell’ultimo CD (Un saluto alle nuvole) Blaine Reininger, il violinista dei Tuxedomoon, curiosamente grazie agli SMS con cui abbiamo realizzato Some Guys, presente in Musica sparpagliata. Con gli SMS è più difficile perché lavoriamo a budget zero, ma se potessi esprimere un desiderio, sarebbe bello poter ospitare qualcuno come Sylvian, o Wyatt (che però non se la passa bene a livello di salute e comunque si è ritirato dalle scene); comunque… qualsiasi bravo musicista da cui possiamo imparare qualcosa, escludendo il mainstream da Sanremo, naturalmente.

Salutiamo insieme le ragazze e i ragazzi dell’Orchestra SMS?

Certamente: partiamo dai fiati: Eva Bartolucci (scuole superiori), che sul CD ha suonato entrambe le parti dei flauti, essendosi ritirato il secondo flautista; Xhensila Leka (scuole superiori), secondo flauto, che non avendo potuto partecipare alle registrazioni in quanto ormai terminate appare comunque sulla copertina del digipack; Domenico Piegaia (neo-laureato in ingegneria) al clarinetto e clarinetto basso, una delle figure storiche degli SMS, presente fin dall’inizio; Tommaso Barattini (scuole superiori), secondo clarinetto, entrato questo anno e già molto attivo; poi abbiamo Riccardo Santabarbara (neo-laureato in ingegneria) al violino; nel gruppo chitarre abbiamo: Elisa Cheng (scuole superiori) alla chitarra elettrica e voce, in realtà il suo primo strumento è il pianoforte classico, Gabriele Stefani (studente di ingegneria) un’altra delle figure storiche, il primo ad essere negli SMS (suonava il sax poi è passato alla chitarra) – oggi lo potete sentire in diversi brani anche alla voce; Franco Cheng (scuole superiori, fratello di Elisa) alla chitarra, Nicolò Paganucci, che però ha lasciato per ragioni di studio a Roma, Giada Del grande, la splendida voce su Sea Song e Nostalgia e ottima chitarrista – anche lei ha lasciato per studiare chitarra al conservatorio; Jacopo Di Grazia (studente universitario) anche lui elemento ormai storico, entrato nel 2019, al banjo, chitarra e voce; abbiamo poi due nuovi chitarristi e cantanti non presenti sul disco, Renato Carcatella (insegnante, il più grande di età) e Alessio Luciani (scuole superiori) acquisti molto promettenti; alle tastiere e voci due altri elementi storici, Enrico Giuntini (musicista e giovanissimo insegnante di piano e canto, nonché compositore) e Francesca Pezzuti (neo-laureata in informatica) al clavicembalo, tastiere e voce; Viola Severini (scuole superiori) al terzo piano e voce, non presente sul CD; Duccio Nieri (tecnico dei servizi sociali), altra figura storica, al basso e voce ed Edgar Gomez (informatico) alla batteria, che però ha lasciato anche lui il gruppo; il nuovo giovanissimo percussionista Matteo Lucchesi (scuole superiori). Sul CD abbiamo anche la presenza di Sofia Paterni all’arpa, studentessa di conservatorio che suonava con noi agli inizi, ma che poi ha smesso, e ha accettato felicemente di collaborare al CD.

Ho volutamente riportato il loro status di studenti, lavoratori, ecc. per far capire che il gruppo è fatto fondamentalmente di veri appassionati, con percorsi musicali spesso molto personalizzati.

Un organico davvero complesso, a volte difficile da gestire per i mille impegni di ognuno, ma alla fine di grandissima soddisfazione, ormai direi una specie di famiglia.

Grazie!

Grazie a te per le bellissime domande, molto profonde e accurate. Lascio qui qualche altro link ai nostri video: innanzitutto il documentario Musica sparpagliata 2015-2025 che riporta l’evoluzione del gruppo dalle origini ad ora, con molte interviste e spezzoni di concerti: https://youtu.be/mgoXm6xbL0Y?si=mGUaGh61Gy4wkkx3 

Poi qualche estratto di concerti che amiamo molto:

Lucio Battisti/Velezia – Mistero (2025)

MISTERO (Lucio Battisti) Orchestra SMS

Brian Eno – The Fat lady of Limbourg (2025)

Orchestra SMS - The Fat Lady of Limbourg (Brian Eno)

Rick Wright – Sysyphus (2024)

Orchestra SMS - SYSYPHUS (Rick Wright)

Robert Wyatt – Sea Song (2021)

Orchestra SMS - Robert Wyatt: SEA SONG - Villa Bottini 28 08 2021

Tuxedomoon – Some Guys (2021)

Orchestra SMS: Tuxedomoon - SOME GUYS, Villa Bottini 28 08 2021

Anton Giovanni de’ Bardi (2018) – Miseri habitator

Orchestra SMS - MISERI HABITATOR (Anton Giovanni de' Bardi)

Pink Floyd – Echoes (2015)

PINK FLOYD - ORCHESTRA SMS - ECHOES, Lucca, Palazzo Ducale 2015

 

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