Il sacro furore del rock ‘n’ roll fa registrare, in questo 2021 denso di ottimi esordi sulla lunga distanza, un altro debutto degno di nota: “Hungry For Action“, opera prima registrata dai francesi Iron Lizards, tre brutti ceffi (“Elio” alla voce e chitarra, “Valentin” al basso e “Kevin” alla batteria) che in meno di mezz’ora ci sparano addosso dodici proiettili garage punk/stoner/beer ‘n’ roll che vi faranno schizzare dalle sedie e faranno salire in voi un tasso di adrenalina tale da voler saltare in ogni dove e sfasciare tutto.
Uscito sulla label svedese The Sign Records il mese scorso, l’Lp di debutto di questo power trio parigino (che all’attivo aveva solo un Ep omonimo del 2016) è un cazzotto che arriva direttamente in-your-face. Sin dall’opening track “It’s about time!” si capisce già dove va a parare il sound dei nostri: una feroce scarica di rock ‘n’ roll che lascia senza fiato. Un incrocio bastardo tra ZEKE, Motörhead, Saints, Radio Birdman e una punta di desert rock, il tutto suonato con la foga e l’urgenza espressiva punkeggiante di Stooges e MC5.
Anche la successiva “The way you play the game” è un torrenziale stoner/punk in cui si avverte, comunque, una certa influenza di band come i Fu Manchu, soprattutto nel cantato di Elio. Si prosegue su livelli da treno in corsa con “Rip it up“, speedy rock ‘n’ roll a metà strada tra stoner sotto anfetamine e punk stradaiolo della scena Scandinava dei Nineties (Hellacopters). “No escape” è un’altra torrida cavalcata che, verso la fine, rallenta la sua furia per attorcigliarsi in un sabba(th) heavy/psych. “Obey/Annihilate” è l’ennesimo pezzo che trasuda grinta e attitudine, suonato con piglio quasi hardcore.
“Deathride” ha la fisionomia sonora di un figlio illegittimo generato da una copula tra gli MC5 e gli Stooges in qualche sala prove di Detroit nel 1970.
Neanche il tempo di respirare un secondo e attacca subito una nuova scheggia impazzita di punk ‘n’ roll chiamata “Confusion Blues“, a cui fanno seguito le scatenate “No motivation” e “Monster hero“, autentici macelli sonici che possono friggervi il cervello.
Anche la parte finale non è roba per fighetti da aperitivo: tutto ciò che dovete fare è alzare il volume al massimo e lasciarvi scarrozzare verso il No Future da questa folle macchina spaccaossa, sgusciata dalle casse a 300 chilometri all’ora, che dallo stereo sputa le ultime tre sfere infuocate: “Ex“, “I’ll be around” e la motörheadiana title track.
Lo diciamo? Lo diciamo: “Hungry for action” è un album che spacca i culi. Fatelo vostro!