Si apra il sipario! basta capire dove esattamente siamo. Bonfires ce lo suggerisce con l’arrivo del mantice delle cornamuse irlandesi: le Uilleann Pipes.
Un intro decisamente lungo e scoraggiante, ma dove non ci si fa mancare nulla. Non è certo l’overture dell’Oro del Reno, ma la foga visionaria scivola tutta coerentemente nella seconda traccia, molto più dirompente. Se non è dovuta all’allergia che in molti proviamo per le cornamuse, l’incertezza è necessaria a doversi abituare al loro costante ripetersi in quasi tutte le tracce, e siamo solamente a Enthralldom.
Finora nei diciotto minuti si addensano visioni di stanchezza, per quanto i riff di chitarra abbiano dei buoni tremoli. Nel breve snodarsi di Blitz si percepisce l’utilizzo leggero del flauto traverso e di un sassofono. Continua a mancare la voce anche in Powow e, di certo, dopo oltre mezz’ora di ascolto si intuisce che varrebbe la pena di avere una visione più ampia dell’operato della band di Limerick, ovvero dal vivo e magri in un teatro, dove le luci possano fornire il loro contributo suggestivo, anche se gli arrangiamenti valgono una conformazione tridimensionale e una guida scenica.
E, in effetti, attingendo informazioni in rete, si riconosce quanto importante per gli Iron Mountain sia l’aspetto visivo a differenza della mera ricerca del successo discografico, quindi perché preoccuparsi? Apprezzabile la strada che questa particolare ensemble ha deciso di percorrere, ma quanto a kraut o psichedelia, siamo davvero lontani da Amon Duul, Faust o Popul Vuh. Non basta certamente un flauto a rendere l’idea, quanto una rondine a far primavera.
Interdetto sul voto da assegnare, prevale una comune sufficienza che si consolida con l’outro Opium.
TRACKLIST
01. Bonfires
02. Enthralldom
03. Blitz
04. Powow
05. Opium
LINE-UP
Damien Mullane = Chitarra elettrica
Matt Bashford = cornamusa / Fagotto / Flauto nativo Indiano.
Ronan Ryan = Flauto traverso ligneo / Flauto
Stephen Hughes = Basso
Ray Murphy = Batteria, percussioni
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