Se il primo pensiero che avrete inserendo questo album nel lettore cd sarà quello di accostare i delicati arpeggi di “April Showers” agli Slowdive sappiate che non sarete i soli. E se vi sembrerà di scorgere in sottofondo echi dei migliori Boards Of Canada siete sulla strada giusta.
D’altronde la stessa Ubiquity li ha presentati come i cugini distanti di Jose Gonzales e soprattutto come una versione bucolica del duo scozzese. Ma nello stesso tempo sappiamo per certo che gli Slowdive sono stati un termine di paragone ricorrente per i due statunitensi Jed And Lucia.
Preceduto da un ep in cui spiccava la versione downtempo di “Apostrophe” ad opera di Shawn Lee, “Superhuman Heart” è il secondo album di Emma Lucia e Mark Reveley (dopo “Candles In Daylight” del 2006) e ne conferma un talento purissimo e un’eccellente abilità nell’accostare chitarre acustiche a sonorità di chiara provenienza elettronica.
In punta di piedi, con umiltà e semplicità, sfoderano piccoli gioielli che corrispondono alla perfezione di “The Park”, l’intimo intreccio di voci di “Coin Falls On Pavement”, le luci ad intermittenza di “Painted Stars”, l’intensità di “Hand Out”.
Una sensibilità notevole che si sviluppa attraverso tredici tracce oniriche e sognanti in cui i due dosano con sapienza gli ingredienti provenienti da quindici anni di sperimentazioni sonore finalizzati nel progetto Jed & Lucia cinque anni fa.
Musica spirituale che, attraverso tocchi vellutati, crea spazi profondi e genera silenzi che culminano nelle visioni cinematografiche di “Circle Of Stones”, gli spazi aerei di “California” e il vuoto assoluto di “Vapors”.