Si parte dal dialogo di un polizziottesco (nota di indubbio merito) che introduce i ritmi suadenti e felpati di Milano Nera, mentre in Scorpio e Graveyard le cadenze si fanno più accelerate per poi, con Crazy Croupier muoverci nuovamente su tempi più lenti e filmici, ricordando le musiche degli 007, o ancor meglio di uno 077 missione bloody Mary. All Gas No Brakes è quella che si può definire una surf song perfetta, nonché a mio avviso il pezzo più bello in scaletta, Club Zombie si muove circospetta su di un filo teso e sottile e Mata Hari chiude il tutto con il suo incedere orientaleggiante.
Una gran bella copertina fa da corredo ad un album davvero riuscitissimo, realizzato da chi sa maneggiare un genere non esattamente semplice, con competenza assoluta. Ed ora lasciateci danzare come le zingare del deserto con candelabri in testa o come le balinesi nei giorni di festa.