Pubblicata negli Usa nel 1997, arriva in Italia per merito di Baldini e Castoldi l’autobiografia di Johnny Cash. In questo libro, scritto benissimo con una prosa chiara, come erano limpide le sue canzoni, Johnny ci prende per mano e ci accompagna nei meandri della sua vita.
Una vita inteessante e davvero country, nel senso che lui la campagna e il suo stile di vita li ha davvero vissuti, e non solo cantati. Johnny è stato un americano nel vero senso della parola, quell’americano che raramente si vede nei film, ovvero un uomo attaccato alla terra che gli dà da vivere, con uno spirito fuorilegge e valoriall’antica, ma molto più aperto di un redneck qualsiasi. Cash ha vissuto il sogno americano, partendo da un ‘agricoltura colletivizzata per arrivare a calcare i palchi di mezzo mondo. Ma per lui nessun palco era difficile quanto lo era quello della sua vita, costellata da amori difficili e dipendenza dalla droga, specialmente anfetamine. L’addizione alle droghe nasconde spesso un disagio, che nel caso di Cash è la difficoltà a vivere in un mondo come questo, al quale non riesce ad abituarsi e da questo diventa man in black, nero per il lutto dei soldati in Vietnam, e nero per non essere inglobato dalla sgargiante massa. Un uomo tormentato, un musicista immenso, che ha sempre portato nel cuore il suo Tennessee, e forse la separazione dal suo paradiso personale ha provocato tante fratture in quest’uomo. Un uomo come tanti, desideroso di libertà e di suonare per la gente, per il popolo, nostalgico di un’America che è passata in un baleno, soffocata dall’amore per il profitto e per l’egoismo. Perchè in fondo, l’America è una grandissima occasione persa.
In questo libro non c’è tutto Johnny Cash, non essendo possibile neanche per lui capirsi a fondo, ma c’è tantissima umanità e sincerità.
In defininitiva un grande libro su di un grande uomo di difficile catalogazione, semplicemente Johnny Cash.
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