Carl Mørk, capo della sezione Q della polizia di Copenaghen, viene disturbato durante il suo salutare e abitudinario riposino mattutino da una telefonata alquanto bizzarra. Un collega del distretto di Bornholm, una delle piccole isole che circondano la Danimarca, richiede il suo aiuto per risolvere un caso avvolto nel mistero.
Una ragazza in bicicletta è stata investita e scaraventata su un albero. La forza dell’impatto ha distrutto la bicicletta e scagliato il corpo della giovane sui rami dell’albero accanto alla carreggiata. Carl cerca di suggerire una strategia al collega, Christian Habersaat, ma appena il poliziotto gli confida che il caso è stato archiviato come un banale incidente stradale, Carl inizia a mollare la presa. Quando poi Habersaat gli comunica che l’incidente è avvenuto diciassette anni prima, Carl rimane allibito e confuso dalla strana richiesta del collega. Perché riaprire un caso ormai archiviato e che, con tutta probabilità, non ha nessun modo per essere risolto, soprattutto passato così tanto tempo? In genere, come si suol dire nell’ambiente, i casi o si risolvono nelle successive 48 ore o, molto probabilmente, rimarranno irrisolti per sempre. Perché tentare di scoprire chi portava quell’auto, diciassette anni prima, ha un’importanza così enorme per quel bizzarro poliziotto di provincia?
Carl, però, non ha tempo da perdere e liquida il collega dichiarando che, ormai, non ci sono più tracce da seguire e che se il pirata della strada non è stato identificato in diciassette anni, figurarsi se si può anche solo sperare di scoprire una virgola in più. Carl non sa, però, che questo rifiuto comporterà una serie di conseguenze inimmaginabili e tremende: esso sarà il detonatore di una bomba che Carl non credeva potesse mai esplodere. Con rapidità sconcertante la situazione precipita nel peggiore dei modi.
Qualche giorno dopo la telefonata dell’agente Habersaat, la sezione Q riceve una seconda telefonata dal commissariato di Bornholm. Christian Habersaat, non avendo più scelte e non potendo contare sull’aiuto di nessuno, muore in circostanze drammatiche e improvvise. La sezione Q era la sua ultima speranza di risolvere un caso molto più difficile e complicato di ciò che mostrano le apparenze, nonostante tutti gli indizi facciano pensare a un banalissimo incidente. Habersaat era convinto che la morte della ragazza non fosse stato un incidente, ma che qualcuno avesse voluto investirla volontariamente, tendendole una trappola.
Dopo la morte di Habersaat, Carl deve affrontare le critiche e le recriminazioni di Rose, sua fedelissima collaboratrice. Rose è convinta che se Carl avesse concesso udienza e attenzione ad Habersaat, egli non avrebbe commesso il terribile gesto che gli è costato la vita. E, così, Rose convince Carl ad andare a dare uno sguardo a Bornholm, per attutire i sensi di colpa e realizzare l’ultimo desiderio del poliziotto deceduto. E così, la sezione Q al completo parte alla volta dell’isola di Bornholm.
Carl, Assad e Rose non hanno la minima idea di ciò che li attende. Non sanno che il caso che stanno per affrontare li travolgerà con la furia di una valanga, stritolandoli in un vortice di angoscia e morte. Quello che appariva come un banalissimo incidente stradale, dopo i primi giorni e le prime indagini, si rivela essere qualcosa di completamente differente.
I personaggi con cui la sezione Q avrà a che fare insospettiranno Carl, che, con una pulce nell’orecchio gigante e con Rose sempre pronta a rinnovare i suoi sensi di colpa, si sentirà costretto a lanciarsi anima e corpo in un’indagine intricatissima. Dopo diciassette anni, infatti, le prove vere e proprie sono state distrutte, le persone interrogate non ricordano più molti dettagli, le testimonianze appaiono confuse, molti degli interrogati non vivono più in Danimarca o sono morti.
Un caso complicatissimo per la sezione Q, nonostante tutto il materiale che Habersaat ha lasciato loro in eredità. Habersaat immaginava che, con la sua morte, Carl si sarebbe sentito talmente tanto in colpa da prendere in mano il caso: è per questo che, nella sua abitazione, la sezione Q trova tutto il materiale su cui Habersaat aveva lavorato in quei diciassette anni. Chili e chili di trascrizioni, testimonianze, dichiarazioni e appunti che il poliziotto ha conservato, rigorosamente ordinate, e che affollano tutta la sua casa. Ma il particolare che incuriosisce tutta la sezione Q è la foto di un furgone, nella quale appare la figura sfocata di un uomo, attaccata al muro e accanto alla quale c’è un messaggio diretto a Carl: “ecco il tuo assassino, Carl Mørk”. Un messaggio diretto, chiarissimo, che Carl non può assolutamente ignorare.
Inizia così una caccia spietata e senza limiti, che estinguerà tutte le energie di Carl, Rose e Assad. Tutti gli indizi raccolti da Habersaat insospettiranno la sezione Q e la indirizzeranno verso una direzione inaspettata.
Tutti i personaggi coinvolti nella vicenda hanno delle reazioni reticenti nei confronti dei poliziotti: questo è dovuto all’insistenza e alla perseveranza di Habersaat, che per diciassette anni ha ossessionato se stesso e chi gli stava intorno con il caso della piccola Alberte, una ragazza bellissima e dolce che sembrava essere amata e apprezzata da tutti.
E in che modo è implicata l’Accademia della fusione con la Natura, fondata dal maestro spirituale e guru Atu Abanshamash Dumuzi? Che sia in qualche modo implicato nell’omicidio? Ma come può un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla spiritualità e al confronto tra ideologie e religioni aver ucciso una dolce ragazzina? Cosa nasconde Pirjo, la segretaria e braccio destro di Atu?
La promessa di Jussi Adler-Olsen, pubblicato da Marsilio, è l’ultima avventura della sezione Q, intenta ad affrontare il sesto, intricatissimo caso. La struttura narrativa e la trama spettacolare rendono questo thriller contorto e ricco, leggendo il quale il lettore rimane sempre con il fiato sospeso: le sorprese sono dietro l’angolo. Fluido, accattivante e travolgente, La promessa è un libro che non smette mai di stupire il lettore, fino all’ultimissima pagina.