I KKK a discapito del nome che farebbe indietreggiare molti prevenuti sono una piacevolissima sorpresa. Nati nel 2006 in Brianza riescono ad arrivare in maniera totalmente indipendente al quarto album, questo “Necrorologio” che tanto mi ha colpito, uscito verso la fine dell’anno passato.
In quest’ultima creatura l’hardcore diventa oscuro, teatrale, burlesco e pieno di sorprese: tastiere, oscuri rallentamenti, bastonate metal/grind e svolte melodiche sono il pasto che questi tre brianzoli ci servono su un piatto d’argento.
I quattordici pezzi splendono di luce propria, scaturita dalla combustione di innumerevoli influenze, forti di una produzione che seppur’indipendente è ottima.
Le lyrics viaggiano sulle ali del pessimismo tipico di Negazione, Nerorgasmo, Skruigners e di certo hardcore italiano che più che incazzato è scazzato e livido; nessun impegno, nessun cambiamento, siamo tutti “nati per morire”.
Questi ragazzi lanciano un sasso nel fiume dell’hc italiano e contribuiscono a definire un nuovo genere “fusionale” e bastardo: un punk metal che corre verso il post senza essere per forza pesante o iper-disperato alà “Converge” (Vedi i Laghetto) .
Ad aumentare il valore dell’album in uscita una chicca che fa decisamente schizzare i vertici di gradimento: un’apprezzata cover dell’anime di culto Kenshiro (Ken Il Guerriero).
Insomma, al contrario di molte altre mie recensioni consiglio questo disco sia ai punk sfegatati, che ai metallari, che hai ragazzi con la frangia, che ai pischelli con lo skate.
Una mia piccola scoperta personale che sono orgoglioso di spingere!.
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