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Recensione : Kayleth – Space Muffin

Dall'inizio alla fine per poi ricominciare “ Space Muffin “ non vi lascia tregua, come una tarantola viola proveniente da chissà quale pianeta.

Stoner spaziale e caleidoscopico, con elementi psicotropi presi da Kyuss, Orange Goblin ma soprattutto dal pianeta Monster Magnet, quelli delle origini.

Space Muffin è un disco lussurioso fin dall’inizio, con un grande impianto di chitarre e ritmica, e velocità adatte ad un decollo.
Questi veronesi non fanno nulla di nuovo, ma ciò che suonano è molto al di sopra della media, tanto da essere tra i migliori gruppi stoner in Italia attualmente.
Nel disco si possono trovare molte cose, dalla velocità a pezzi di maggior ampio respiro, ma in tutti gli ambiti i Kayleth sanno sempre cosa fare, e ciò rende molto alta la qualità: non si fermano ai soliti stereotipi, ma vanno avanti, portando a bruciarsi assieme generi diversi, come novelli Hawkwind.
Ecco, il primo gruppo di Lemmy è quello che più mi riporta alla mente questo disco, non tanto per le canzoni, ma per quella psichedelia vitaminizzata di fondo, che a volte esplode a volte scorre sotto la superficie.
Dall’inizio alla fine per poi ricominciare Space Muffin non vi lascia tregua, come una tarantola viola proveniente da chissà quale pianeta.
I Kayleth hanno una discreta reputazione all’estero, che sarà sicuramente in ascesa dopo questo gran disco, arrivato a compimento di un cammino iniziato nel 2005 in quel di Verona.
Rispetto a “Survivor” il loro suono è più onirico, più space rock, anche grazie all’ingresso dei sintetizzatori di Michele Montanari.
Un grande viaggio, soddisfazioni neuronali dall’inizio alla fine.

Tracklist:
1.Mountains
2.Secret Place
3.Spacewalk
4.Bare Knuckle
5.Born To Suffer
6.Lies Of Mind
7.Try To Save The Appearances
8.NGC 2244

Line-up:
Massimo Dalla Valle – Chitarra
Alessandro Zanetti – Basso
Daniele Pedrollo – Batteria
Enrico Gastaldo – Voce
Michele Montanari – Synth, Campionatori

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