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Recensione : King Bong – Pinng – Or The Underwater Adventures Of A Young Cthulhu

I King Bong fanno parte di quell'insieme di gruppi italiani molto validi che si muovono nell'ambito della psichedelica pesante e che stanno facendo cose notevoli.

L’abisso mentale che Lovecraft aveva in testa quando creò Cthulhu ha segnato intere generazioni, correndo sottoterra fino a noi, fino al momento nel quale i King Bong hanno messo su disco le avventure del giovane Cthulhu, colmando una lacuna.
Trentacinque minuti di jam ispiratissima e spaziale divisa in nove sottomovimenti, dallo stoner allo psych, al blues bastardo, il tutto registrato in presa diretta.
Un piacevolissimo delirio sonoro che gira come un giradischi nella nostra testa, accendendo sinapsi.
Nati nel 2008 gli italici fumatori King Bong esoridiscono con un programmatico “How i learned to stop worrying and love the bong”, seguito nel 2010 da “Alice in stonerland”, ottenendo ottimi riscontri.
Nel 2013 firmano per Moonlight Records e danno alla luce “Space shanties”, sempre in presa diretta, gorgogliando fumo; nel frattempo suonano in giro come spalla di Kadavar, Karma to Burn e i fantastici Stoner Kebab.
Il livello di questi ragazzi milanesi è davvero alto, e spaziano in tutti i sensi, attraversando molti generi, ma alla fine definirei i King Bong parte di quell’insieme di gruppi italiani molto validi che si muovono nell’ambito della psichedelica pesante e che stanno facendo cose notevoli.
Pinng – Or the Underwater Adventures of a Young Cthulhu è un disco una spanna sopra gli altri, sia per la potenza evocativa che per gli intrecci sonori.

Tracklist:
1 Pinng – Or the Underwater Adventures of a Young Cthulhu :
I. The Great Coral Riff
II. Lophius Budegassa
III. Bloop
IV. The Beast’s Bottomless Ballroom
V. Islands
VI. Garden Of The Mystical Burighé
VII. Islands Reprise
VIII. Open Waters
IX. The Unholy Rises

Line-up:
Andrea Ferrari – chitarra
Alberto Trentanni – basso
Teo HeavyDrum Ravelli – batteria

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2 risposte

  1. per la cronaca, il disco non è uscito per la moonlight records ma per la mother fuzzer records, il primo disco si chiama “how i learned to stop worrying and love the bong” mentre il terzo si chiama “space shanties”. grazie comunque per la recensione.

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