Dopo quattro anni dall’esordio discografico, Pasquale Pedicini e Lorenzo Catillo nel 2012 hanno riproposto la loro musica e la loro creatività con un nuovo lavoro ed un nuovo ensamble; ecco allora una recensione retrospettiva su Per Quanto Vi Prego e La Costituente.
La discontinuità con il passato, è esplicitata solo nel nome e nell’inserimento nel gruppo di alcuni nuovi compagni di viaggio; in questo nuovo CD ed in questo nuovo progetto vengono di fatto confermate e accresciute tutte le potenzialità del lavoro di esordio e se possibile ancora migliorate.
La caratteristica fondamentale su cui si fonda questo gruppo resta altresì inalterata, ed è forse il segreto per il quale la musica che propone arriva fin dal primo ascolto a chi vi pone attenzione.
Questa caratteristica si chiama amicizia, ed essa trasuda dalle note e dalle parole di ogni brano che compongono il disco. Un’atmosfera unica che solo l’armonia fra persone che da anni si frequentano può creare.
Spessore, originalità, umiltà, testardaggine, coraggio sono solo alcuni dei sostantivi che ascoltando Per Quanto Vi Prego vengono subito riconosciuti.
Spessore nell’esposizione dei testi e dei temi trattati negli stessi.
Originalità nei suoni e negli arrangiamenti, mai scontati e riecheggianti anche sonorità ardite con riferimenti classici e colti, cosa rara anche nella musica d’autore.
Umiltà nel rapportarsi al complesso e variegato universo della realtà cantautoriale italiana, citandone anche alti esponenti, ma traendone spunti ed ispirazione e mai banalizzandoli, anzi apportando un nuovo contributo con idiomi personali e diversi.
Testardaggine nel continuare a credere che la musica d’autore possa avere ancora qualcosa di nuovo da dire. Coraggio nell’investire in una realtà musicale sempre più votata alla visibilità mediatica a scapito del senso reale del prodotto artistico che si propone.
Tutto ciò è possibile grazie alle capacità di Pasquale Pedicini e Lorenzo Catillo, registi di una compagine aperta, alla quale apportano plus di rilevanza amici/artisti di valore. Questi contribuiscono con i loro diversi linguaggi di provenienza alla omogeneità e alla coralità di tutto il progetto; una vera e propria costituente musicale.
In Per Quanto Vi Prego ascoltiamo testi ed immaginiamo scenari che sembrerebbero affondare le radici nella realtà della provincia del nostro paese che oramai a ben vedere, è diventato esso stesso provincia di un intero continente. Un paese specchio di una pseudo cultura del nulla preistoricamente e pateticamente ancorato ad un edonismo espressivo e comportamentale. Un disco prezioso nella sua semplicità, un lavoro da ascoltare con affetto ed attenzione.
Le dodici tracce dell’album sono aperte da Per Quanto Vi Prego, un inizio con un delicato arrangiamento
di fiati (bombardino, Eufonio-Flicorno Baritono, Flauto, Ottavino, Sax Tenore, Violino e Clarinetto), riecheggiamenti e profumi da musica da camera. Echi di arrangiamenti classici ed atmosfere minimali, ricordi di ottocenteschi palazzi, reminiscenze colte e sonorità che rievocano certi lavori di A.C. Jobim. La voce di Catillo, ben si sposa con l’idea del brano stesso e con il testo, l’ingresso della tromba di Aquino aggiunge un ulteriore colore alla già ricca tavolozza.
In Ines cambio repentino di scena, un brano ironico potremmo quasi azzardare tipico dell’essenza di questo gruppo. Citazioni di sonorità che rammentano cose provenienti dall’ultima produzione di Fossati senza mai essere invadenti. Una incursione nel pop rock contemporaneo.
Solo Tutor ci culla in una sognante ed onirica ballad. Qualcosa che assomiglia ad un valzer ascoltato tra lo sveglio ed il dormiente, sense e non sense, si rincorrono continuamente nei suoni come nel testo, melodiosi archi e la tromba suonata senza lo strumento bensì con il solo uso del bocchino, una chicca di Luca Aquino.
Punta Nera è un brano romantico nella sua melodia giocata fra la morbida tromba, le percussioni e l’acida chitarra di Antonio Iasevoli. Il testo scivola via leggero come un levigato ciottolo bagnato dal mare e le immagini che le parole trasmettono lasciano un senso di nostalgica serenità.
Il quinto brano, Strabica come Venere, è un piccolo capolavoro di poesia, rime baciate mai banali si alternano come pioggia di consonanti e vocali mescolate alle note della elegante fisarmonica di Carmine Ioanna. Un motivo evocativo nella sua pur semplice brevità, merito del chitarrista Giovanni Francesca che ne è l’autore, e nel quale spicca anche la sua chitarra.
L’attacco ed il mood di Io non Io ricordano vagamente i suoni delle atmosfere nordiche del pianista svedese Esbjorn Svensson, sempre digerite attraverso la poetica della Costituente. La tromba di Aquino si lancia in un assolo energico ed originalissimo. Il testo dipinge scenari di disillusioni tipiche del nostro paese, lasciando spazio a future ottimistiche svolte. Catillo riporta alla mente con la sua voce a tratti, il Guccini dei tempi migliori. Gli archi nel finale, lasciano sorpresi ed appassionati.
Di e Da è una piccola perla, uno dei momenti più profondi dell’intero lavoro. Il testo è di una intensità rara. Il piano di Pedicini è elegantissimo e raffinato nella sua sobrietà, accompagnato egregiamente dal violino di Selene Pedicini.
In Lu Ragano, ritorna prepotente l’ironica istrionicità del gruppo sannita con il sarcasmo tipico di chi è attentissimo a ciò che accade attorno e sa raccontarlo senza false misure, ma con estrema lucida e poetica verità. Il jazz musette di sottofondo riecheggia scenari alla Paolo Conte, una menzione particolare per Carmine Ioanna e la sua fisarmonica è d’obbligo così come per l’accompagnamento delle chitarre di Fabio Macera.
Parigi è un acquerello dove sembra quasi palpabile quel senso di amicizia di cui si parlava all’inizio, tutto il brano è pervaso da un senso di coralità e complicità. L’ascoltatore avverte un non so che di familiare in questo brano.
In Sud Est si respira un’aria decisamente contemporanea, il testo rimanda atmosfere vicine al primo Battiato, mentre gli inserti rock quasi al limite delle moderne tendenze si miscelano ad echi etno world, grazie alle percussioni di Leon Pantarei e alla voce di Natalì Rossi. Uno dei brani più interessanti dell’intero album.
Arrivederci, A Bientòt, Aufidersen è un incantato inno dei perdenti, un toccante pamphlet di resistenza quotidiana nel quale il flauto di Sergio Casale, dialoga con il piano di Pedicini ed insieme con la voce di un ispirato Catillo. In questo brano soffia una brezza di speranza, quella di coloro che nonostante tutto non abbandonano il campo e salutano semplicemente con la mano tutto ciò che si frappone fra loro e la felicità.
La chiusura è dedicata ad un estratto dal Cantico dei Cantici, Dolce Sentire, eseguito a cappella da quattro elementi del Coro del Circolo Musicofilodrammatico di Foglianise (Franco Boscaino, Renato Caporaso, Gerardo Catillo, Liberatore Catillo) diretto dal compianto maestro Ugo Pedicini ed accompagnati dal flicorno di Luca Aquino.
Per concludere, questo è un disco che riconcilia con la vita e soprattutto con la scena musicale italiana contemporanea. Un manufatto ideato e realizzato con cura e passione quasi artigianale.
Esistono ancora realtà che credono nella verità della musica: il loro è un lavoro ben costruito e congegnato che sa far confluire in una unica voce poesia, qualità della musica, ironia, e profondità di concetti, il tutto in maniera delicata quasi in punta di piedi. Queste sono doti rare al mondo d’oggi.
Una citazione merita il progetto grafico e di packaging curato da ARCHIATTACK e l’immagine di copertina frutto delle opere del pittore sannita Vinzela. Complimenti a La Cosituente.
TRACKLIST
1. Per Quanto Vi Prego
2. Ines
3. Solo Tutor
4. Punta Nera
5. Strabica come Venere
6. Io non Io
7. Di e Da
8. Lu Ragano
9. Parigi
10. Sud Est
11. Arrivederci, Bientòt, Aufidersen
12. Dolce Sentire
LINE-UP
Lorenzo Catillo – voce
Pasquale Pedicini – piano, organo e synth
Luca Aquino – tromba e flicorno
Sergio Casale – flauto, ottavino, sax tenore
Luciano Ciaramella – clarinetto
Giuseppe Ferrante – eufonio
Carmine Ioanna – fisarmonica
Giovanni Francesca – chitarra classica
Antonio Iasevoli – chitarre elettriche e classiche
Fabio Macera – chitarra acustica ed elettrica
Dario Miranda – contrabbasso
Leon Pantarei – percussioni
Aldo Galasso – piatti e tamburi
Selene Pedicini – violino
Nhare Testi – violino
Natalì Rossi – voce
Luca Annessi – orchestrazioni virtuali
Coro Del Circolo MusicoFiloDrammatico di Foglianise – coro