Questo libro è l’edizione aggiornata rispetto alla prima uscita proprio otto anni fa. Arcieri e Bianchini spaziano per tutta la storia della pallacanestro, dai suoi albori al tempo dei Maya, fino ai giorni nostri e a questa pochezza che è diventato il basket italiano, anche se abbiamo tre giocatori in Nba. Arcieri è un giornalista, insegnante e soprattutto storico che ha vissuto e vive di basket, e che ne sa davvero tanto. Valerio Bianchini non ha bisogno di presentazioni, essendo una delle leggende viventi della nostra pallacanestro, avendo vinto tutto e di più. La prosa è davvero scorrevole, e nonostante sia un tomo di oltre 600 pagine, scivola via benissimo, e sembra di vivere personalmente le varie fasi della storia. Tutti i principali periodi sono narrati e spiegati, in modo che anche un neofita possa avvicinarsi a questo splendido sport. La pallacanestro nacque per far sfogare dei ragazzi in uno spazio al chiuso dell’inverno canadese, e in breve ha conquistato tutto il mondo, grazie al suo significato profondo e all’alta giocabilità. La pallacanestro è come l’alchimia, ha un sacco di livelli di conoscenza e anche dopo anni di frequentazione non se ne conosce che la minima parte. Questo libro è un po’ una summa, un fantastico almanacco scritto in maniera superba, ma è in primis un atto di amore da chi ha vissuto a pane e pallacanestro. Un libro per chi vuole cominciare, ma soprattutto per chi non riesce a smettere di amare uno degli sport più belli al mondo.
Personalmente, e qui opero una forzatura ma devo farlo, dedico questo libro alla Fortitudo, una parte della mia vita che ci è stata portata via, e che deve far riflettere su cos’è diventato lo sport in Italia.