Ad aprire il lavoro c’è l’immane forza d’impatto de La Caduta che, con il suo “l’urlo che precede l’urto” non può che stamparsi indelebilmente in testa, trascinandoci con sé nell’oscura elettronica di J’ai tojours été intact de dieu (in esplosione nella seconda parte, testo di Jacques Prévert) e nella violenza disperata de La Nave Marcia (“alzi la mano chi vuole morire”).
Ivan Iljc, brano strumentale a metà fra elettronica e industrial, lascia riposare le orecchie, ma, non volendo rinunciare ad inquietare ed opprimere, cede il passo ai brevi rumori di DDR e allo scorrere serpeggiante (tra parti recitate e un finale dal piglio incalzante) di Morte A Credito.
Gli umori malinconici, drammatici ed apocalittici di D’isco Deo, invece, introducono il sound à la Fast Animals And Slow Kids di Levami Le Mani Dalla Faccia (non a caso testo e voce sono di Aimone Romizi) e il diabolico evolversi della conclusiva La Notte Dei Lunghi Coltelli.
Il disco proposto dalla band scuote l’ascoltatore dalla prima all’ultima traccia. Un album d’impatto che tra testi in italiano, francese e sardo, abbonda di riferimenti alla letteratura del ‘900 e incrocia il punk dei CCCP con l’hardcore dei La Quiete.
Un lavoro dall’anima forte che non ha nulla del passatempo effimero. Da ascoltare.
Tracklist:
01. La Caduta
02. J’ai toujours été intact de dieu
03. La Nave Marcia
04. Ivan Iljc
05. DDR
06. Morte A Credito
07. D’isco Deo
08. Levami Le Mani Dalla Faccia
09. La Notte Dei Lunghi Coltelli