Titolo: La zona di interesse
Titolo originale: The zone of interest
Regia: Jonathan Glazer
Produzione: Regno Unito, Polonia
Anno: 2023
Siamo nei primi anni Quaranta, in piena Seconda guerra mondiale. Rudolf Höss, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig e i loro cinque figli, trascorrono le giornate in una bella casa con piscina e giardino, adiacente alla recinzione del lager, all’interno della cosiddetta “area di interesse” (interessengebiet) – un territorio vasto circa quaranta chilometri quadrati amministrato e controllato dalle SS – senza dare alcun peso a quello che sta avvenendo al di là delle mura.
Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Martin Amis (Einaudi, 2015)
Un film su:
- l’orrore dell’Olocausto;
- l’assenza di scrupoli di coscienza;
- l’efficienza dei carnefici nei lager;
- il privilegio;
- la responsabilità;
- l’impatto del male in tutti noi;
- il non vedersi per quello che si è.
Da vedere perché il regista racconta l’Olocausto senza mostrare neanche un’immagine del campo di concentramento, affidando la descrizione di quell’orrore a un rumore incessante come il continuo abbaiare dei cani, un sommesso clangore metallico, qualche urlo e degli spari, e all’immagine della fornace del campo che erutta fumo e pezzi di cenere a getto continuo.
Il film, raccontando la storia non dal punto di vista delle vittime ma da quello dei carnefici, ci presenta la loro quotidianità offrendo una diversa e interessante prospettiva sulla psicologia di coloro che portarono avanti il genocidio come si trattasse di una qualsiasi mansione lavorativa cui adempiere presto e bene ma su questo – sulla banalità del male, intendo – è già stato detto molto.
Dedicato a chi ha il coraggio di sapere.