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Laguna – Di Nnedi Okorafor

Laguna – Di Nnedi Okorafor

Uno dei migliori romanzi mainstream a sfondo fantascientifico degli ultimi mesi. La trama è poco più di un escamotage per parlare di tutt’altro. Una invasione aliena. Tre eroi e la loro lotta.

Tanto per iniziare un realismo preciso e accattivante. Respiriamo i profumi della Nigeria. E viviamo tutte le sue contraddizioni di paese africano. La bellezza e la poesia di quei mondi unita alla corruzione più sfrenata e alla povertà.

Su questo sfondo la scrittrice innesta continuamente degli stacchi di realismo magico. Come nel capolavoro di Neil Gaiman, American Gods, tra sogni, visioni e aspetti surreali, il centro può essere individuato nella lotta tra antichi e nuovi dei. Gli alieni dovranno confrontarsi con tutta una serie di manifestazioni della cosmogonia africana. E una zona narrativa difficile da gestire. Si rischia di cadere spesso in debacle devastanti nell’affrontare materiali così complessi. La Okorafor tiene le redini del tutto in maniera superba.

E lo fa innanzitutto impostando da subito il tutto come un romanzo corale degno di capolavori della letteratura. L’uso sapiente delle prospettive ci rende familiari sia i tre protagonisti, Adaora, la biologa, Egu, il militare, e Anthony, il rapper, sia qualsiasi comparsa, anche la più piccola, che appare anche solo per poche righe. A volte entriamo nel punto di vista e nella coscienza degli animali, di terra e di mare, da cui vediamo l’umana barbarie con occhi nuovi. Ecco, lo straniamento è un’altra tematica che andrebbe indagata puntualmente. In alcuni capitoli, sempre pochi per me, ad assumere la parola in prima persona è una dea ragno, tessitrice di storie della Nigeria.

A livello stilistico siamo nella zona della pulizia più pura. Una leggerezza che, come dice la Vallorani nella bella postfazione citando Calvino, va conquistata con fatica. Questo stile scarno, piano, sembra quasi fare sparire la scrittrice dietro ai suoi personaggi.

Un discorso a parte meriterebbe l’uso sapiente del linguaggio africano. Pur non essendo una accanita sperimentatrice sono parecchi i termini dialettali, fitto l’uso dei gerghi, e molto diversificati i tipi di linguaggi usati in base ai tipi di personaggi. Sembra niente, ma non è facile trovare uno scrittore odierno che sa far parlare in maniera naturale e spontanea donne e uomini, vecchi e ragazzi, il presidente della Nigeria e un rapper.

Ah dimenticavo … non posso spoilerare troppo ma si parla, anche, e non poco, di mutanti ….

Speriamo che Zona 42 ci faccia presto leggere altre sue opere.

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