LAST WALTZ: un titolo chiarificatore, da scriversi rigorosamente in maiuscolo.
Un disco massivo ma dolcissimo, come già la title track fa intuire, che mischia accuratamente deflagrazioni elettroniche, post-rock e una classica tutta giapponese che sconfina – a tratti – in certi territori glitch alla Kashiwa Daisuke o alla Kazumasa Hashimoto.
La formula maedaiana – concretizzatasi specialmente a partire da quel Dream’s End Come True, del 2002 – che l’ha portato ad incidere con successo una decina di album e svariati EP senza eccessivi passi falsi in due decadi di carriera, è qui sublimata in una specie di summa summarum della sua stessa poetica melodrammatica.
Se Plein Soleil rimarrà forse la traccia più rappresentativa del disco – una lunga malinconia di nenie femminee trasognate (la voce, per l’occasione, è della spesso bravissima Shione Yukawa), linee di piano, beat nostalgici, ricami di violini lontani che si aprono a subitanee ma prolungate esplosioni elettroniche, le quali si richiudono all’improvviso su loro stesse – brani come Void, Christal Chrysalis e LAST BLINK, fortemente atmosferici, si sciolgono delicatamente sul dualismo/contrapposizione tra elettronica e classica ambienteggiante. E’ invece in tracce come l’arcana e misterica Radioactive Spell Wave, Flowers of Romance e In Silence / in Siren (l’unico brano del disco con un autentico testo) che si concentra il phatos di questo lavoro: se gli intro allungati si possono riscontrare in quasi ogni traccia dell’album qui la situazione di stasi iniziale, fortemente instabile e sempre sul punto di rompersi, si allunga programmaticamente a dismisura per preparare l’imponente – spesso relativamente breve – esplosione finale, dal sapore malinconico di metafora umana.
Nel complesso un prodotto bellissimo, del quale se si vuole trovare un difetto questo è forse la scelta difficilmente comprensibile (e francamente evitabile) di riutilizzare la già a suo tempo compiuta Girls (tagliando la “s”, questa volta) per farne una traccia vagamente rallentata dai toni noise, smorzata pure da timidi riff postrockeggianti per un risultato finale – banale, quasi tautologico – che non eguaglia complessivamente, per spessore, il brano ascoltato nel mini-album Girls/Boys Song del 2014. La cifra conclusiva del disco – comunque solidissimo e privo di autentiche contraddizioni, specialmente se lo si prende per intero – è un vero antidoto all’idiosincrasia: Maeda si conferma uno dei compositori di elettronica sperimentale più originali e squisitamente sensibili del suo paese.
TRACKLIST
1. LAST WALTZ
2. Plein Soleil
3. Angel Ache
4. Flowers of Romance
5. Void
6. Crystal Chrysalis
7. In Silence / in Siren
8. Radioactive Spell Wave
9. Girl
10. LAST BLINK
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