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Recensione : Lilium – Black Dear

Un disco d'esordio mastodontico per i Lilium, gruppo genovese scoperto dall'attenta etichetta Taxi Driver. Fortissimamente Neurosis, Isis, Mastodon, ma soprattutto Lilium, ovvero un suono potente che risveglia i neuroni.

I ragazzi hanno classe e lo dimostrano in queste otto tracce, che rendono l’album lungo il giusto ed essenziale. I Lilium fanno una musica che proviene fortemente e direttamente dai mostri sacri del genere, ma loro riescono a darne un’interpretazione molto originale e personale. Ci sono moltissime cose in questo disco: si parte dalla potente Solitude, un monolite nero stagliato all’orizzonte, alla seconda traccia c’è Hail Stone, più leggera ed atmosferica. XIV parte piano ed è praticamente l’intro di Idle Idol, che invece picchia molto forte.
Entropia è un viaggio liquido che finisce in modo molto rumoroso e dimostra la grande versatilità del gruppo. La sesta traccia è Paria, una possente cavalcata in stile Mastodon. La settima e penultima traccia è un passare ad alta quota nelle nuvole rarefatte, accennando appena un sogno lontano, ma il fragore non è finito. La finale Caris è una canzone quasi di world music, da sentire in un falò nel deserto, impreziosita dalla splendida voce di Giulia Sarpero.
Un ottimo esordio, con canzoni costruite molto bene, quasi in stile progressive. Si sente che i Lilium hanno ascoltato ottima musica, ma non sono affatto derivativi.

Tracklist:
1 Solitude
2 Hail stone
3 XIV
4 Idle idol
5 Entropia
6 Paria
7 Oak tree
8 Caris

Line-up:
Michele: Bass / Vocals
Daniele: Guitar
Filippo: Vocals
Stefano: Guitar
Davide: Synth / Sampler
Enrico: Drums

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