L’inferno Di Orfeo (Sydney Silotto, Carlo Lodico, Daniele Manassero, Daniele Rublev Elmo), dopo più di dieci anni di attività (un ep già pubblicato, diversi premi vinti, una consistente attività live), approdano alla Hertz Brigade e pubblicano il loro esordio ufficiale: Canzoni Dalla Voliera.
In apertura, Di Piccola Vita, breve e malinconica ballata, lascia presto spazio a Il Canto Che Porti Dentro nettamente più corposa e gagliarda, con i suoi colori blues raffinati e la voce ad affascinare. In Collina Lontano, delicata e solare, dà voce alle chitarre acustiche e alle note di pianoforte, coinvolgendo, crescendo e conquistando. Nonostante Il Resto si adagia su sonorità più prettamente rock, riportando un poco in mente quanto fatto dai Blastema (soprattutto per quanto riguarda la voce, anche se meno acuta). Notturno Isterico prosegue non modificando la ricetta, ma affidandosi a un suono più latino, quasi un tango ruvido e intrigante. Mani Giunte si acquieta, normalizzando le ritmiche e le melodie, scorrendo calda e semplice, mentre Trent’anni prova a contenersi, ma esplode clamorosamente nella seconda parte, lasciando poi spazio ad una ampia coda strumentale. Se Rovescio (Abili Bambini Al Fratricidio) suona piuttosto solare e vivace (nonostante la serietà dell’argomento), Non Si Era Detto Di Parlare? è rock’n’roll ruvido e graffiante, dalle chitarre taglienti e dalla voce gridata. L’età Lirica tira fuori uno spirito più funky, facendosi nervosa e più spessa/furiosa nel finale mentre Non Ho Mai Creduto Nel Fango prosegue su suoni più country (in gioco anche banjo, flicorno e tromba). Infine, l’ultima parola va a In Piccola Vita che, ricollegandosi al pezzo iniziale, chiude il cerchio.
Il quartetto piemontese debutta con successo. Canzoni Dalla Voliera propone dodici canzoni ben costruite, corpose e orecchiabili. Il suono, figlio di blues, jazz e rock anni ’70 (e in parte anche anni ’90) non è forse esempio di originalità, ma riesce a mantenersi sempre vivace e accattivante mentre i testi, forse un po’ troppo spessi, riescono comunque a farsi apprezzare.
Insomma, se per il futuro speriamo in un ulteriore evoluzione sonora (crediamo necessaria) e nella costruzione di un suono più personale, per ora non ci resta che rimettere il disco dall’inizio e ascoltarlo ancora una volta.
Voto: 6,5
TRACKLIST:
01. Di Piccola Vita
02. Il Canto Che Porti Dentro
03. In Collina Lontano
04. Nonostante Il Resto
05. Notturno Isterico
06. Mani Giunte
07. Trent’anni
08. Rovescio (Abili Bambini Al Fratricidio)
09. Non Si Era Detto Di Parlare?
10. L’età Lirica
11. Non Ho Mai Creduto Nel Fango
12. In Piccola Vita