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Live Report: Swans @ Magnolia, 03/08/17

uno non può andare a sentire Michael Gira e i Swans pensando di andare a un concerto rock, dovrebbe piuttosto pensare di andare a provare un'esperienza sonora suggestiva.

Premessa: uno non può andare a sentire Michael Gira e i Swans pensando di andare a un concerto rock, dovrebbe piuttosto pensare di andare a provare un’esperienza sonora suggestiva.

Fatta questa premessa, i Swans non hanno di certo bisogno di ulteriori presentazioni, visti i 14 album all’attivo nell’arco di una carriera 35ennale o 22ennale, se consideriamo l’ interruzione per scioglimento del gruppo nel primo decennio del nuovo millennio, in ogni caso since 1982.

I Swans, figli della scena no-wave della grande mela, hanno abbracciato influenze noise-rock, post-rock, industrial, con suoni inizialmente molto duri che si sono in parte ammorbiditi col tempo (The Seer è forse il loro album più “rock”) orientandosi maggiormente verso il post-rock con buona risposta del pubblico. La prerogativa rimane però un tratto comune, questi brani molto lunghi (assai spesso sui 10 minuti ma arrivando perfino a 45), con un canovaccio e un continuo alternarsi in crescendo e calando tra sfuriate e dilatazioni ciclicamente ossessive.

I Swans sublimano in forma noise-post-rock il concetto di “climax”, e sono molto abili nel suscitarlo nello spettatore, con questi tempi importanti in cui la tensione e l’intensità salgono ancora e ancora, fino a un punto in cui questo non può più essere sostenibile, allora ci si aspetta una proporzionale sfuriata, una scarica di temporale improvvisa e violentissima, e invece la tensione progressivamente implode su se stessa e si allenta, arriva al culmine e poi scende nuovamente alle tessiture del canovaccio di base. Sembra un pò come quando sei a letto e ti tieni lì sulla corda, l’intensità sale sale sale, si sfiata un pelo la pentola a pressione, si allentano le corde e si ritorna allo stantuffare ciclico della partitura. Da un lato ci si aspetta l’esplosione, dall’altro lato la bellezza e il fascino di questo imponente brano stanno anche nel rimanere sempre lì sulla corda.

Su questo canovaccio, agitando le mani come uno stregone, Gira invoca un crescendo o riporta in controllo questa macchina devastante, è il direttore d’orchestra, o forse meglio il conduttore di questa jam session, dove i componenti della band cominciano a guardarsi e scambiarsi cenni di intesa per capire quando muovere simbioticamente la macchina.

La musica del LosAngelino Gira e dei NewYorchesi Swans respira di quella rabbia giovanile tuttora indomita, costituisce un muro sonoro che può scuotere le fondamenta di qualunque grattacielo. Una musica che testimonia tutto il senso di straniamento di un uomo moderno che ha perso contatto con se stesso, e cerca annaspando di trovare qualcosa che lo separi dal substrato di scorie che lo impregna come una colla. La musica dei Swans è angoscia ed è un rito sciamanico, la musica dei Swans può essere tanto delirante quanto catartica.

Soprattutto “The Knot”, brano inedito che fa da opener in quest’ultima versione live della band è proprio questo, un rituale lungo ben 45 minuti, una preghiera, un’invocazione; lo sciamano Gira guida i suoi adepti “Run your hands through my soil, Feed your blood through my skull, fold back my skin, And wash me with oil“. Il brano viene presentato come parte di un doppio CD / raccolta, dal titolo Deliquescence, il manifesto con cui la band si presenta in tour in questa sua ultima configurazione, pescando anche da “To Be Kind” e “The Glowing Man”, le ultime due grandi prove della band dopo “The Seer”.

I Swans possono essere capaci di suscitare una sconnessione profonda tra quello che eri mentre uscivi dal lavoro e ti preparavi per il concerto, e quello che sei ora, investito da un muro sonoro che sciacqua via (come fa Gira con le mani) quei residui di civiltà che ci separano da noi stessi, per sperimentare qualche istante di intimo smarrimento. Bisogna ascoltare e interpretare i Swans non con il filtro di tutti i momenti, altrimenti sei solo un folle tra folli, quanto piuttosto come una purificazione, un momento di abbandono piuttosto che di controllo, un’interruzione di schema.

 

Tracce (Deliquescence)

  1. The Knot (Deliquescence inedit)
  2. Screen Shot (To Be Kind)
  3. The Cloud of Forgetting (The Glowing Man)
  4. Deliquescing (Deliquescence inedit)
  5. Cloud of Unknowing (The Glowing Man)
  6. The Man Who Refused to Be Unhappy (Deliquescence inedit)
  7. The Glowing Man (The Glowing Man)

 

Facebook:            https://www.facebook.com/SwansOfficial/

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